Il capitano ritorna a Parma da avversario, le ultime volte con il Napoli ci ha vinto ed è stato tra i migliori in campo. Paolo Cannavaro torna nella sua seconda città, prima di Napoli nella sua carriera c’è stata proprio Parma. Lì è cresciuto, maturato, si è affermato in serie A. Poi a Napoli la sua definitiva esplosione, i campionati di vertice, la Champions League. Le sue due uniche squadre, esclusa la parentesi di Verona, dove lo portò con sè Malesani, suo allenatore in Emilia.
L’incubo squalifica ormai lontano, il pensiero sempre più rivolto alla squadra e alla rincorsa alla Juve. Si mette in corsa per una maglia in difesa, prepara il suo rientro da titolare, in lotta con gli altri difensori, dipenderà anche dalla risposta all’infortunio di Gamberini, ieri in miglioramento. E poi dipenderà dallo stato di forma di tutti i difensori azzurri e dallo schieramento di Donadoni, la decisione definitiva Mazzarri la prenderà più avanti, nell’immediata vicinanza del match.
Parma e Napoli le sue città. Una partita speciale quella del Tardini. Gli anni di Parma, l’esordio in serie A il 14 maggio 2000 contro il Lecce, quando sostituì suo fratello Fabio. Lo portò Enrico Fedele che allora era responsabile tecnico del club emiliano e consigliò a Calisto Tanzi anche il portierino De Lucia e Floro Flores.
I primi due anni Paolo li visse a casa di suo fratello Fabio, uno dei punti di forza di quella supersquadra a Parma, e strinse una forte amicizia con Mutu. Quando tornò da Verona, sposò Cristina e andò a vivere a via Farini, in pieno centro storico, nella zona pedonale della città; il suo secondo figlio lo chiamò Adrian, proprio come il campione rumeno. Oltre a Malesani altri allenatori importanti: Ulivieri, Sacchi, Prandelli. Fabio andò via, lui rimase e si guadagnò sempre più spazio, esordì in coppa Uefa, divenne uno dei pilastri della formazione emiliana.
A Parma Paolo ha ancora tanti amici, i magazzinieri, i massaggiatori, il segretario e impiegati della nuova società. Amici e ristoratori anche se usciva poco, anni importanti prima del passaggio a Napoli. Scelse di tornare nella squadra della sua città in B rifiutando due proposte in A, accettando di guadagnare di meno anche se quell’anno aveva un incentivo sul contratto legato alla vittoria del campionato. Ne era convinto e così fu: gli azzurri tornarono in serie A.
Parma-Napoli è la sua partita, la partita di Paolo Cannavaro. Una settimana speciale e non solo perché torna in corsa per una maglia da titolare, quella del Tardini è una sfida dalle mille emozioni. Si è rimesso in corsa il capitano, a Firenze andò in panchina, a un certo punto Mazzarri aveva anche pensato di farlo entrare, poteva essere il terzo cambio azzurro, poi non fu così. Domenica scorsa al Franchi il primo vero approccio, l’abbraccio dei tifosi, fu chiamato sotto la curva insieme a Grava, momenti di grande emozione prima del via. Una settimana fa viveva ancora nell’incubo, giovedì scorso la liberazione, l’annullamento della squalifica di sei mesi da parte della Corte di Giustizia Federale. Le lacrime, l’abbraccio con i compagni a Castelvolturno, il ritorno tra i convocati. Il pareggio di Firenze, ora la ripresa, gli allenamenti, la settimana verso Parma, la corsa per una maglia da titolare. Paolo Cannavaro sta vivendo con grande intensità questi momenti, una settimana speciale, una partita speciale: Parma-Napoli è la sua partita. Ci torna da avversario e spera da titolare. Le sue quotazioni sono in forte ascesa. Se la gioca il capitano, con tutti gli altri.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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