Non è bastata la grande prestazione fornita contro il Catania: Cannavaro è rimasto ancora una volta fuori dalle convocazioni di Prandelli. Il gol del ko, siglato sugli sviluppi di un calcio d’angolo, poteva essere un biglietto da visita importante per chi ambisce a vestire i panni della nazionale. E invece no, il nocchiero gli ha preferito altri. Passi le convocazione di Andrea Ranocchia (classe 88’) che offre prestazioni sufficienti in una difesa imbarazzante come quella interista; passi anche quella di Federico Peluso (classe 84’) che ha salutato la Dea approdando alla “vecchia signora”: cambio di partner e conseguente riduzione dei gettoni di presenza per il terzino che è in pianta stabile nel giro della nazionale. Considerato lo stop di Chiellini e la forzata esclusione di Bonucci per aver contravvenuto al “codice etico”, molti si sarebbero aspettati la convocazione dell’ex centrale allenato a Parma e invece no, gli è stato preferito Daniele Gastaldello che con ogni probabilità non parteciperà alla rassegna iridata. Davvero non si spiega come si possano preferire le dignitose prestazioni di un centrale che gioca in un club in lotta alla salvezza, rispetto a quelle fornite dal capitano azzurro. Sarebbe stato un giusto premio ad un capitano che dalla B ha portato il proprio club a competere ai vertici del campionato nazionale ed in Europa. Un giusto merito a chi ha risposto sul campo alle critiche piovutegli addosso per una squalifica ingiusta. L’opinione pubblica si è battuta tanto affinché venisse riconosciuto un premio all’ex difensore del Gubbio, Farina, per aver rifiutato un tentativo di combine: lo stesso è stato convocato in uno stage lo scorso anno. Se per logica si punisce il comportamento di chi è contravvenuto alle regole, ed è il caso di Leonardo Bonucci che meno di dieci giorni fa sbraitò in faccia all’arbitro Guida, ti aspetti che ad esser premiato questa volta sia un calciatore sempre corretto che non meno di trenta giorni fa, si è visto restituire quello che l’obsoleto organo della giustizia sportiva gli aveva tolto, la dignità.
Se ti chiami Pisacane e sei napoletano, fai fatica a veder premiata la tua buona fede e poco importa se il primo a denunciare un tentato illecito sportivo sia stato tu e l’abbia fatto mesi prima del collega umbro; lo stesso discorso vale se ti chiami Paolo Cannavaro. I media nazionali fanno il loro dovere; auguriamoci maggior sinergia tra quelli campani. Sembra quasi che essere napoletani equivalga a dover “dimostrare” di valere: quel cognome pesante sulle spalle evidenziato da una “P.” che lo accompagnerà per il resto della carriera, avrebbe meritato maggior fortuna e maggiore considerazione. E allora sai cosa ti dico caro “P.”? Che è meglio così. Un ruolo da comprimario non ti si addice; non hai nulla da invidiare rispetto a tanti altri. Con i tanti nazionali in giro, è giusto che tu rimanga qui e perori la nostra causa. Ben vengano le convocazioni altrui, tu resta concentrato e punta l’obiettivo finale. Chi non ti ama non ti merita. Magari l’etere ti porterà queste righe, magari no, magari chissà.
E se una stretta di mano non bastasse a dissipare le incomprensioni, allora resta qui e corri altre volte sotto la curva: urla a squarciagola la tua rabbia e la tua gioia. Napoli è la tua Coverciano. Il Napoli è la tua nazionale!
Francesco Gambardella
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