E’ il San Paolo, si legge Cavanilandia. Tre graffi, tre morsi di una belva feroce formato attaccante: è suo, di Edinson Cavani, il segno sul primo derby del Sud della stagione. Un gran bel derby, una partita vera, da Champions, firmata in calce dal tris del Matador. Anzi, altro che Matador: un toro scatenato, Edi; uno che quando vede le squadre di Roma si esalta manco avesse davanti la bandiera rossa. Par condicio sulla Capitale: tripletta alla Lazio e tre gol ai cugini. One man show uruguaiano.
L’AVVIO – E allora, cronaca di una notte esaltante di calcio. Due scuole di pensiero a confronto: Walter Mazzarri contro Zdenek Zeman. Due modi diversi di interpretare il gioco e tanti campioni a correre e a inventare. Che sarebbe stata una partita esaltante, beh, il San Paolo lo ha intuito subito: bastano Icardi e il primo Cavani a riaccendere il fuoco del popolo azzurro. Sì, proprio così: l’eco della vittoria della Samp rimbomba ancora nel cielo del campionato, e l’1-0 del Matador al quarto minuto è come un fulmine in quello di Fuorigrotta. Il pubblico è abbagliato ed esplode: “Chi non salta bianconero è”. Una costante. Una rivalità perenne. E un sogno, una chimera che per un attimo veste la Befana napoletana di tre colori. Poi, fuoco e fiamme dal campo: Cavani e Destro, Hamsik e Lamela, Pandev e Totti.
GRAN GALA’ – Parola ai quarantacinquemila. Parola a un pubblico da gran galà per una grande partita. Uno spettacolo vero, sia in campo sia in tribuna, che ha anche meritato un inviato di Al Jazeera al seguito: in gioco c’è una fetta di Champions, tre punti che Napoli e Roma vogliono a tutti i costi per dare continuità alle ultime vittorie del 2012. Fondamentale ma nata nel grigiore di Siena, quella pre natalizia degli azzurri; griffata a colpi di fioretto e sciabola e bagnata dallo champagne, quella dei giallorossi con il Milan all’Olimpico.
CAVANI COME RONALDO – L’arena di Fuorigrotta, però, ha offerto ben altro avversario alla squadra di Zeman. A una Roma gagliarda e intraprendente, come sempre a tamburo battente, ha risposto un Napoli attento, concreto e micidiale in contropiede, ispirato dal genio di Pandev e trascinata dallo strapotere di re Cavani. Goduria vera, il Matador, per il popolo azzurro: 25 gol in 23 partite dall’inizio della stagione, proprio come il candidato al Pallone d’Oro, Cristiano Ronaldo. E ancora: 16 reti in campionato e lo scettro della classifica dei marcatori strappato dalla mano destra di El Shaarawy.
OTTANTA GLADIATORI – Cenni storici a go-go, nella notte del San Paolo: la successione del Faraone, certo, ma anche i gladiatori. Cioè gli ottantatre – 83 – irriducibili tifosi giallorossi provenienti da Roma che hanno affollato – si fa per dire – il settore dello stadio riservato agli ospiti. Pochi, un gruppo, arricchito da un’altra trentina di affezionati.
CAPITANO IN CURVA – E ancora. In curva B, in mezzo alla gente, ci sono anche due tifosi speciali: Paolo Cannavaro e Gianluca Grava. Squalificati ma appassionati come e più di prima. Per il capitano, tra l’altro, s’è trattata della prima nel suo stadio dopo le decisioni del caso-Gianello. Bella storia. Come bello è anche lo striscione dedicato a Zeman dalla curva A: “Al boemo il nostro rispetto. Voce di un calcio pulito ormai sparito”.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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