NAPOLI – Multinazionale azzurra. Multinazionale arcobaleno, per la verità, considerando i colori e le tonalità delle maglie: Italia ma anche Argentina e Uruguay, e poi le gradazioni di rosso svizzero, macedone e cileno, il giallo colombiano e il mix biancoblùslovacco. Napoli (e) Nazionale. Una lista lunga, da Maggio a Zuniga, con dodici uomini e due aspiranti: Cannavaro e Campagnaro.
IL PLOTONE – Sì, il discorso di Maggio e dell’Europeo fa rima con gli alfieri della squadra. Dodici, dicevamo, tutti in fila pettoruti e fieri: De Sanctis oltre a Christian con l’Italia; Lavezzi e Fernandez con l’Argentina; Cavani e Gargano con l’Uruguay; Vargas con il Cile; Zuniga con la Colombia; Dzemaili e Inler con la Svizzera; Pandev con la Macedonia; Hamsik con la Slovacchia. Un bel plotone, con tre capitani graduati: Inler, Pandev e Hamsik. Onore e oneri.
LA FATICA – Ne sanno qualcosa soprattutto i sudamericani, obbligati, ma con gioia, a cimentarsi spesso in trasvolate oceaniche per raggiungere i ritiri delle rispettive Nazionali. Ma anche gli europei non scherzano mica. Che fatica: partite su partite, fusi orari da smaltire come bicchieri d’acqua, le maglie e gli schemi che cambiano, l’adrenalina che schizza a mille. Stress psicofisico non indifferente, con l’ansia e le preoccupazioni di Mazzarri che crescono in maniera direttamente proporzionale alle convocazioni. Ma lui è un uomo di calcio. Sa perfettamente che le cose vanno così.
LA SPERANZA – Che onere e che onore, dunque. E che orgoglio: una sensazione che vorrebbero provare anche Paolo Cannavaro e Hugo Campagnaro. Gente che merita. Gente che lecitamente aspira a un posto in Nazionale e che, soprattutto nel caso di Cannavaro, è stata penalizzata oltremodo nella sua carriera. Come si dice, però: anno nuovo, vita nuova. Ci sperano il capitano e l’argentino con passaporto italiano, che nell’ultima tornata di convocazioni s’è trovato, all’improvviso, catapultato in mezzo a due realtà.
ITALO-ARGENTINO – Storia singolare, quella di Campagnaro: in tempi non sospetti trapela la notizia che il C.t. Prandelli starebbe pensando a lui, ma poi nella lista il suo nome non compare. Contemporaneamente, l’Argentina mostra segni evidenti di cedimento in difesa e il C.t. della Seleccion, Sabella, spedisce in Italia il suo vice, Gugnali, a seguire e a parlare con Hugo: che ora freme, attende la convocazione che per lui varrebbe il coronamento della carriera: il traguardo è vicino, non è mai stato vicino come in questo periodo. Perché se è vero che giocare da oriundo per l’Italia sarebbe stato bello, è altrettanto vero che indossare la maglia del proprio Paese è tutta un’altra cosa.
IL CAPITANO – Una gioia che Cannavaro junior non ha mai provato, se non a livello giovanile: tutta la trafila, fino all’Under 21 con tanto di Europeo 2002. E poi? Una convocazione con Donandoni C.t., ottobre 2007, in occasione dell’amichevole Italia-Sudafrica a Parma: non entrerà, però, neanche per un minuto. Poi, capitolo chiuso. Perché? Beh, difficile a dirsi: di certo le sue prestazioni, la sua crescita e la maturazione completa suggerirebbero altro. Cannavaro merita la Nazionale. C’è poco altro da aggiungere.
Fonmte: C.D.D.
La Redazione
A.S.
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