La vita è adesso, in quest’atmsofera festosa da tutto assieme appassionatamente, in un concentrato d’emozioni che s’accavallano e che spingono il cuore fino alla gola di Hugo Campagnaro. La vita è bella, diamine, e ora se ne può assaporare il gusto pieno, ripensando a mercoledì sera, al debutto con la maglietta della Nazionale a Berna e una domenica bestiale, ciliegina su una torta per festeggiare le cento presenze con il Napoli. La vita, stavolta, è scarica di adrenalina, è compiacimento con se stesso, è un premio alla fatica dura e pura di un trentaduenne che stavolta pare un ragazzino, il capello biondo (quasi oro), la corsa sciolta e l’allegria ritrovata d’incanto. «Confesso che la Nazionale è stata una supersoddisfazione, uno di quegli appuntamenti che ti segnano, che non dimeticherai mai. E’ anche vero che mi avrebbe fatto piacere essere convocato dall’Italia, ma sono contento, sono contentissimo».
CANDELINE – Cento di questi Campagnaro, nei suoi tre anni partenopei spesi sempre tirandosi quasi il collo e diventando, nel suo piccolo, beniamino d’una folla che lo acclama e lo invoca. Dov’è «Hugo, Hugo» , ora con la testa, in questo 2012 che gli restituisce il sorriso, che lo lancia nella sua Nazionale lo rilancia, ora, con il napoli, all’inseguimento del terzo posto che vale ancora Champions? «Io penso solo ai tre punti che ci permettono di continuare la nostra striscia positiva. Siamo presenti in classifica e questo è importantissimo. Ma la vittoria di Parma ci ha confermato che bisogna essere sempre molto concentrati, attenti. Ci è andata bene, ma….» .
COMPENSAZIONE – Parma 1, Napoli 2: pure questa è una data da cerchiare in azzurro, l’ennesima giornata da mandare a memoria. E fa niente, se in quell’euforia controllata per un successo che lascia il segno sulla stagione, ci siano adesso le sacrosante annotazioni su alcune decisioni arbitrali, sull’aiutino arrivato dall’alto. «Non faccio discussioni, mi limito solo a dire che nel corso di un campionato gli episodi possono capitare a favore ed altri a sfavore. Gli arbitri sono essere umani e sbagliano, dunque se ne prende atto e basta. E’ capitato anche a me, che contro l’Inter avevo segnato un gol regolare: mi venne annullato, pazienza. Dico che alla fine quello che ti viene tolto poi ti viene restituito dalla sorte, e viceversa: noi abbiamo avuto la forza di riprenderci, di conquistare tre punti importantissimi».
E POI, E POI – Dalla amichevole con la Svizzera, al blitz a Parma: e poi, of course, di corsa a pensare al Chelsea, a quello che può diventare quel mercoledì 14 marzo, l’ennesimo foglio del calendario da tenere appeso in casa Campagnaro, un altro centenario dà un senso al ciclo del Napoli. «Ho saputo dell’esonero di Villas Boas, ma noi dobbiamo pensare semplicemente a noi stessi. Inutile fare congetture, perché siamo consapevoli della forza dei nostri avversari: in Inghilterra andremo ad affrontare una grandissima squadra e cambia poco che sia stato cambiato il loro tecnico. Il valore del Chelsea è sotto gli occhi di tutti e noi lo conosciamo bene. Però, da qui a Stamford Bridge, c’è ancora tanta strada da fare: e venerdì sera ci aspetta il Cagliari. Noi ragioniamo di gara in gara» . E dopo cento partite, il ragionamento sembra fili.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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