Polpaccio traditore. Forse. Perché Hugo Campagnaro ancora non è certo di poter giocare dopodomani sera contro la “sua” Inter.
Polpaccio traditore un’altra volta. Forse. Perché pure all’andata l’argentino non fu della partita. Una malinconia, però, parecchio mitigata dall’impegno che proprio quel giorno prese con Moratti. Fu a dicembre scorso, alla vigilia dell’incontro di San Siro che poi il Napoli perse per 2-1, infatti, che Hugo Campagnaro strinse la mano all’Inter. Addio Napoli, disse. Ma giurò a se stesso che sino all’ultimo secondo di questa stagione non avrebbe avuto pensieri che per la squadra azzurra. Ebbene, così è stato. Sempre in prima fila, Campagnaro. Sempre tra i più impegnati e anche più concreti. Il Napoli lo rimpiangerà? Avrebbe potuto far meglio e far di più per trattenerlo ancora, per rinnovargli il contratto in scadenza a fine campionato? Probabilmente sì. Ma ormai è fatta. E ora proprio della sua partenza il club approfitterà per metter mano alla rifondazione della linea di difesa. E, ovviamente, anche al suo ringiovanimento. Intanto Campagnaro forza la sua gamba per capire se potrà essere del match. Perché ci tiene, il signor Hugo, 32 anni, a non perdere quest’appuntamento che ha – avrebbe – anche un po’ il senso del saluto a questo Napoli che l’ha avuto protagonista per quattro stagioni. Lui, pilastro della difesa e, là dietro, anche “uomo di fiducia” di Mazzarri che l’aveva avuto giocatore già ai tempi della Samp e che volentieri poi l’ha ritrovato. Perché Campagnaro è, sì, difensore muscolare, ma ha pure il destro tecnico. E dolce. Logico. Lui la carriera l’ha cominciata da attaccante. Lì giocava in gioventù, prima di “trasferirsi” sull’esterno. Poi, ventiduenne di belle speranze, arrivò al Piacenza e qui fu Cagni ad arretrarlo un po’ alla volta sino a trasformarlo in difensore. In centrale per essere precisi. Difensore, sì, ma comunque capace di “uscire” palla al piede, di dare il via a una geometria d’attacco, di lanciare lontano con discreta qualità. Ecco, questo il Campagnaro che ingaggiò il Napoli il nove luglio del duemilanove. Quello che tra qualche settimana s’infilerà nella maglia nerazzurra in più avrà l’esperienza d’una militanza ai vertici del nostro campionato, una discreta abitudine all’Europa e anche la gratificazione di qualche chiamata nella Seleccion. Più esperto e più completo, insomma. Non solo. All’Inter, infatti, passerà anche un calciatore che a Napoli, con il Napoli, con i medici e i preparatori azzurri ha ritrovato un buon rapporto con quella sua muscolatura possente che negli anni passati aveva però sofferto anche di fragilità. Ora, invece, parlano i numeri per Hugo Campagnaro. E raccontano d’una continuità rassicurante. Sono 143, infatti le sue presenze in quattro stagioni in maglia azzurra per una media di almeno 36 partite l’anno. Calcio, ma non solo calcio. Tra le sue passioni, infatti, di diritto c’è anche il rock. C’è il pallone, ma c’è anche la chitarra nella vita dell’azzurro futuro nerazzurro. E chissà se quando sarà all’Inter riuscirà a mettere su una band coi suoi compagni. A Napoli l’ha fatto. O, almeno, ci ha provato con Denis alla batteria, Bogliacino al basso e Cannavaro cantante improvvisato. Domani all’Inter chissà chi troverà. Anche perché da un po’ di tempo da quelle parti non c’è troppa voglia di suonare. E neppure di cantare.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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