Detto (e anche fatto): perché in quel velo che cade, c’è racchiusa una verità largamente annunciata e però non ancora certificata dall’ufficialità. E’ una questione di stile, e anche di buon senso e infine di sincerità; è una prova provata di onestà, un messaggio diretto che va al dunque e Campagnaro all’Inter, per la stessa ammissione dell’interessato, è la realtà che vivrà dal primo luglio prossimo. «Le negoziazioni sono avanzate ma non c’è nulla di confermato. Io, oggi come oggi, penso esclusivamente al Napoli, mi concentro sulle singole partite e cerco di dare il meglio ogni volta che scendo in campo. Siamo al secondo posto, abbiamo perso un po’ di punti dalla Juventus, ma dobbiamo difendere la Champions League. Poi vedremo quello che accadrà l’anno prossimo. Dell’Inter so tutto, perché ci sono tanti argentini che giocano in nerazzurro: ne ho parlato con Palacio, ma la mia attenzione è rivolta al presente» .
LA STORIA – Detto (e anche fatto), perché a dicembre scorso, quando il suo manager – Alejandro Junior Mazzoni – incontrò i vertici dell’Inter, bastò una stretta di mano, un arrivederci a presto e due parole di circostanza: il Napoli, in quei giorni, s’era dissolto, dopo aver riflettuto sull’età di Campagnaro (33 a giugno), sull’entità del rinnovo (al di là del milione e mezzo a stagione) e sulla durata dello stesso (un biennale, minimo), e infine sulla struttura anagrafica dell’intero settore difensivo (da ringiovanire). Punto e a capo: Campagnaro capì che forse la sua stagione napoletana stava per arrivare al capolinea, s’era pure ritrovato in panchina stabilmente (a Stoccolma, in Europa League; con Cagliari, Pescara, Inter e Bologna in campionato, con la «partecipazione» d’un infortunio muscolare) e dunque ne aveva facoltà di ascoltare eventuali corteggiatrici. Appuntamento (in pubblico) a campionato finito ma nel privato (!?) è talmente garantita la nuova unione di fatto da spingere De Laurentiis a considerazioni risentite: «Mi sarei aspettato almeno una telefonata dalla società che ha scelto di ingaggiare Campagnaro» .
CONFESSO – Ma ormai s’era diffusa la notizia, un’eco incontrollabile: e però, Campagnaro, non ne aveva mai parlato, fino a quando – ieri – nel ritiro della Nazionale argentina, sfuggito al controllo italiano, non s’è ritrovato i microfoni di Espn dinnanzi alle labbra ed ha evitato imbarazzanti bugie. I temi non mancavano, chiaro: sfiorata la sfida al Venezuela, il pericolo dell’altura nel prossimo match in Bolivia; evitato – quasi con deferenza – ogni accenno polemico con Maradona ( «non mi conosce? Vabbè, magari non sono dichiarazioni molto simpatiche, ma è vero: sono partito dodici anni fa da qui e quello che ha detto Diego non m’ha dato fastidio, lo trovo logico e normale» ), la domanda ch’è sorta spontanea s’è andata a conficcare nell’anno che verrà e in nerazzurro e in quella certezza ch’è scolpita da almeno tre mesi: «Io ho in testa soltanto il Napoli e per quanto riguarda l’Inter c’è un negoziato in stato avanzato ma non c’è ancora nulla di concreto. Io devo essere pronto per le partite che ci aspettano: è soltanto a quelle che penso. Ormai sono da anni in Italia e so che tutte le sfide sono difficili» . Pure il silenzio ad oltranza lo sarebbe stato. Detto (e fatto).
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.