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Campagnaro lascia il ritiro di Roma

Al posto del neo convocato nell'Argentina potrebbe esserci Fernandez

Finché dura: e, ad un certo punto, qualcosa doveva pur succedere. La legge dei piccoli numeri si nasconde tra i fili d’erba di «via del Mare»: troppo bello per essere vero e, diciassettesimo della ripresa, fuori Campagnaro e dentro Fernandez, avvicendamento inevitabile per problemi fisici. Squadra che vince non si tocca: ma, alla seconda consecutiva, i muscoli cominciano a cigolare e gli acciacchi costringono Mazzarri a intervenire. Roma-Napoli comincia presto, al giovedì mattina, nella capitale (in un centro di Spinaceto): è persino inutile aspettare la seduta pomeridiana, è perfettamente indispensabile spingere Campagnaro sull’auto e mandarlo a Castelvolturno a curarsi,. Il suo Olimpico è una cartolina a distanza, un carosello televisivo di un’ora e mezza, standosene sdraiato sul divano del salotto di casa, magari mangiandosi le unghie e poi sperando che entro martedì si compia il miracolo: difficile, quasi impossibile, perché la contrattura alla coscia destra – rilevata dagli accertamenti a Villa Stuart – che l’ha «espulso» da Lecce-Napoli non promette nulla di buono, men che meno che con il Palermo ci possa essere posto per l’argentino.

AVANTI, FLACO – E allora, si cambia: ufficialmente, e doverosamente, in quella retroguardia minata nell’elasticità di Campagnaro e ora irrorata dalla fisicità di Federico Fernandenz, in arte El Flaco, ventitré anni e un talento sul quale scommette chiunque, Mazzarri compreso, che se n’è servito in piccole dosi, nell’emergenza, per introdurlo gradualmente nel campionato italiano. Da destra a sinistra: Fernandez-Cannavaro-Aronica, aspettando di conoscere come se la passi (realmente) Gianluca Grava, l’unico ad avere rapidità per stare sul centro-destra ma anche un reduce da un accidente che l’ha tenuto fuori per un periodo.
TABELLE – Meno due, dunque: l’Olimpico è ormai a un niente, un bel giro sul Grande Raccordo Anulare e si comincia; però, prima di dare il via all’ennesimo faccia a faccia d’un certo tipo, resta la rifinitura odierna e il defatigante di domattina, in realtà un altro allenamento utile a Mazzarri per schiarirsi le idee, per decifrare la condizione dei singoli ed anche il loro umore. Il turn over è una opportunità, perché in questo volatone che conduce spediti in Champions, si giocherà senza un attimo di respiro sabato con la Roma e poi martedì con il Palermo e poi la domenica pomeriggio con il Bologna, un tour de force che consentirà di rifiatare prima dell’ultima interna di campionato con il Siena e poi della finalissima di coppa Italia con la Juventus. Ma, intanto, c’è una palla al centro dei pensieri ogni settantandue ore e se la Roma è una zanzara che ronza, l’occhiatina al Palermo va in qualche modo lanciato, pensando a ritocchini indispensabili per tenere alto il ritmo: Gargano e Inler non si fermano mai e quello Dzemaili da trequartista può rappresentare, caso mai, una alternativa da mediano; Zuniga sta benissimo ma dovesse mostrare i cenni della fatica, ci sarebbe Dossena. E Pandev, tenore, ha un bel po’ di acuti di debito, dopo due giornate di squalifica.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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