«Il furto l’ho subito io a Londra, non il Napoli a Pechino». Roberto Cammarelle, scippato della medaglia d’oro dai cinque giudici della finale contro l’inglese Anthony Joshua, è juventino. Si vede e si sente. «C’è stato un altro verdetto ingiusto prima del mio: Conte andava assolto. Il caso della Supercoppa? Non ho visto la partita, me l’hanno raccontata e sono convinto che ho subito io il furto a Londra, non il Napoli a Pechino».
Il poliziotto di Cinisello Balsamo è salito domenica sera sul palco di Casa Italia ed è stato applaudito dagli altri azzurri, i medagliati di pallanuoto e pallavolo. Il presidente Gianni Petrucci lo ha incoraggiato: «Per noi il vincitore sei tu, questa medaglia è d’oro e non d’argento». Per Roberto potrebbe non essere più sicuro l’addio: «Adesso voglio fare i campionati italiani, magari la mia carriera si rilancia». Vergognoso è il modo in cui è calato il sipario sull’Olimpiade della boxe. Cammarelle ha avuto una reazione da campione. «Ho perso io, ma ha perso soprattutto la boxe. Anche se poi, alla fine, la boxe continua e invece a me resta una medaglia d’argento».
Il presidente federale Franco Falcinelli, capo della commissione tecnica della Federboxe mondiale (Aiba), annuncia provvedimenti contro i giudici, non soltanto quelli della finale: «Si sono viste cose che hanno mortificato il pugilato. Da tecnico e non da delegato Aiba, rilevo a Cammarelle sono stati tolti due punti già nella prima ripresa: avrebbe dovuto vincerla con un maggiore scarto. Purtroppo il fattore campo non c’è solo nel calcio e domenica c’era la tendenza a favorire il padrone di casa. La boxe è difficile da giudicare e a volte i giudici non riescono a contare i colpi, ecco perché c’è la tentazione di tornare al precedente sistema di valutazione».
Durissimo il ct Francesco Damiani: «Contro Cammarelle è stata messa in atto una macchinazione infernale. Se uno vince due riprese e l’avversario una, vince il match chi ne ha vinte due. I colleghi di altre nazionali mi hanno confermato che Roberto aveva vinto e il tecnico inglese mi ha detto: sorry. Chiaro, no? I giudici sono stati bravi a mischiare le carte. L’Aiba fa quello che vuole, ma così ci rimettono i pugili che fanno semplicemente il loro mestiere. Allora, o picchi fino all’ultimo istante o ti fanno perdere. Cammarelle è un grandissimo, uno di quegli sportivi che meriterebbe un monumento».
Di sicuro, al capitano dell’Italboxe verrà proposta una poltrona nel nuovo consiglio federale, come annunciato dal vice presidente Antonio Del Greco, uno dei candidati alla presidenza della Fpi.
Cammarelle è amareggiato, ma non sorpreso. «Da due anni e mezzo mi lamento delle giurie, però dicevano che ero noioso… Stavolta tutti hanno potuto vedere cosa è accaduto. Doveva vincere il mio avversario perché è inglese, ma questo può essere sufficiente per conquistare una medaglia d’oro alle Olimpiadi? Purtroppo, per questioni regolamentari, non potrò andare a Rio de Janeiro e non potrò riscattarmi. Ma d’altra parte avrei 36 anni, tanti».
Papà Antonio, originario di Rionero in Vulture, ha definito «una medaglia di cartone pitturata» quella vinta da Joshua, perché «lo sport è divertimento, quello che ho insegnato a Roberto, e queste invece sono truffe, fatte nel Paese dov’è nata la boxe». Il sindaco di Assisi, poi, sede degli allenamenti dell’Italaboxe, ha addirittura scritto all’Aiba e al Coni, Claudio Ricci chiede il riconoscimento di una medaglia d’oro ad honorem per Cammarelle: «Lo spirito olimpico si alimenta con il valore sacro del merito sportivo: a Londra aveva vinto lui».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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