Cambi di strategia e grande tecnica: ecco i segreti dello sprint Napoli

L’analisi del match contro l’Udinese di Adriano Bacconi

Si può considerare positiva la partita del Napoli tra le mura amiche dopo aver concesso all’Udinese di tenere il baricentro circa 10 metri più alto, di scorrazzare nella metà campo offensiva per quasi 10 minuti (sui 26 complessivi di possesso palla) e di posizionare la linea pressing più avanti della propria?
Assolutamente sì è la risposta sorprendente. Che nasce da dati di fatto. Nonostante la squadra di Guidolin ha il predominio territoriale il Napoli ha, sia nel primo sia nel secondo tempo, più giocate utili (azioni che determinano la superiorità numerica) grazie a una strategia di gioco e a un tasso tecnico clamorosamente superiori. Questi due aspetti segnano quasi sempre la differenza con le avversarie. Era già successo, infatti, in tutte le precedenti partite di campionato (eccezion fatta per l’anomala gara di Catania). Mazzarri concede volutamente campo e ingannevole sensazione di superiorità all’avversario per poi infilzarlo spietatamente con precisi tagli chirurgici. I dati a favore del Napoli da questo punto di vista sono impressionati. Contro l’Udinese riesce a difendere la porta commettendo solo 8 falli (nessuno nei pressi della propria area), contro i 19 dell’avversario, e non deve mai ricorrere a De Sanctis per bloccare le conclusioni dei bianconeri.
Al contrario gli azzurri quando ripartono fanno malissimo. Iniziamo dai dribbling. Avete presente quello di Pandev che fintando il passaggio a Cavani manda fuori causa Benatia e Danilo prima di impallinare sul primo palo Brkic? Bene sono stati 13 i dribbling riusciti del Napoli che battono contro i 3 dell’Udinese. Quando parliamo di valori in campo di questo parliamo. E il secondo aspetto è che tutti (o quasi) gli azzurri hanno il colpo in canna. Infatti oltre allo spunto di Pandev già citato e negli occhi di tutti vincono almeno un dribbling Zuniga, Insigne, Campagnaro, Hamsik, Cavani e Inler. Quest’ultimo, autore di 4 spunti individuali efficaci su altrettanti tentativi, è l’uomo in più in mezzo al campo. Lo troviamo nei top 5 del Napoli per palloni recuperati, passaggi riusciti, giocate utili, falli subiti, assist, tiri. Forse il pepe di essere il grande ex gli ha dato una carica speciale. Lì nel mezzo sembra trovarsi molto bene con il connazionale Behrami ed è pedina fondamentale alla stregua dei tre fenomeni davanti.
L’Udinese facendo densità con un centrocampo molto folto impedisce al Napoli il passaggio filtrante su Pandev ed Hamsik. I padroni di casa soffrono nei primi 20′ poi capiscono che debbono cambiare strategia: la seconda chiave di lettura del match. Campagnaro, Fernandez ed Inler smettono di andare a sbattere sul muro predisposto da Guidolin e puntano decisamente sull’aggiramento. È Cavani che smonta l’assetto difensivo dell’Udinese. Coi suoi tagli lunghi sulle fasce offre lo spunto per il lancio a scavalcare. La sua corsa, il suo fisico, la sua esperienza fanno il resto. Come nel gol che sblocca la partita.
Fernandez non trova il sostegno per l’appoggio corto ma vede la partenza di Cavani sulla fascia destra e lo serve sulla corsa. Maggio, Pandev e Hamsik hanno fiducia nel compagno e partono verso l’area per dargli sostegno. Il Matador vede con la coda dell’occhio l’arrivo potente di Maggio alle sue spalle e lo serve con uno spettacolare colpo di tacco. Pasquale è in ritardo. L’esterno azzurro mette la palla rasoterra sul dischetto confidando nella partecipazione all’azione di Pandev e Hamsik. È lo slovacco, partito dall’out opposto, a trovare, come sempre, il timing giusto per anticipare Pereyra e prendere in contro tempo il portiere.
Mazzarri sollecitato alla Domenica Sportiva ammette di aver studiato a tavolino il taglio lungo di Cavani per aprire la difesa dell’Udinese e di lavorare di più quest’anno sulle verticalizzazioni centrali piuttosto che sulle aperture in fascia. Adattamenti alle contromosse studiate dagli avversari. Non ha voluto ammettere invece la netta superiorità nel suo potenziale offensivo della sua squadra rispetto a quello della Juventus: «Giochiamo semplicemente in modo diverso» ha obiettato. Ma in realtà sa che questo punto potrebbe essere quello che potrà fare la differenza coi bianconeri nella lotta scudetto. Per capirlo meglio sarà sufficiente aspettare il prossimo turno di campionato.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

Vesux

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