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Campagnaro spinge per esserci

Cavani: "La finale di Coppa Italia è troppo importante per noi"

E’ qui la testa, al Siena: e però, tra le maglie sottili e sudate d’un allenamento che ha un suo perché, s’intravede pure Madame e la finale di Coppa Italia e la tentazione di presevarsi, per non arrivare prosciugati a domenica 20 maggio, l’ora e mezza dell’ennesima verità. Si cambia, intervenendo ovunque, ma la sforbiciata all’organico, inflitta dal giudice sportivo, è parziale, e il sospetto che s’agita tra i cespugli della Pineta di Castelvolturno annuncia qualche altra variazione sul tema. Fuori Aronica e poi Dzemaili e poi pure Cavani – per squalifica – ma il turn over non si esaurisce qua, avendo Maggio mostrato – a Bologna – piccoli e però percettibili segnali di affaticamento: un indizio è semplicemente un indizio, per ora.

DIFESA – Campagnaro sta benone, molto meglio della settima scorsa: ed è talmente ringalluzzito, che s’è allenato con i compagni, s’è sottoposto alla partitina, ha indossato la casacchina o il fratino e ha corso con regolarità. Ma vale la pena di mandarlo in campo? La domanda è sorta spontanea in Mazzarri che ora ha Grava – il più rapido là dietro – e pure Fernandez, la prima scelta alternativa a destra: percentuali assai equilibrate, ma il 34% tocca all’argentino. In mezzo ci sta Cannavaro, a sinistra ci va Britos e la retroguardia, davanti a De Sanctis, è fatta.
CENTROCAMPO – Il dubbio è a destra, la corsia di un Maggio che dal giorno del rientro (contro il Novara) ha spinto come un indemoniato e che al Dall’Ara ha dovuto a un certo punto arrendersi all’evidenza: la duttilità di Zuniga offre a Mazzarri varie opportunità e il colombiano può tornare stavolta alle origini, consegnando la fascia sinistra a Dossena, mancino naturale. Poi, Inler e Gargano in mediana, a far legna e a costruire per tentar di rimuovere i rimpianti nati in quell’ora e mezza a Bologna ed ancora vivi. Non avendo cambi disponibili per il rosso rimediato a Bologna da Dzemaili e per la necessità di occupare Hamsik tra le linee, tocca sempre a quei due.
I BOMBER – Cavani se ne sta in tribuna a scaldare i muscoli e a ritrovare il fiuto del gol per quella che è la gara-madre: e allora, largo agli altri tenori. Lavezzi torna titolare, lo fa presumibilmente da centravanti, avendo gamba e scatto per provare a intrufolarsi tra i corazzieri di Sannino; ad Hamsik verrà chiesto di interpretare se stesso, da incursore tra le linee; e Pandev, che tra gli attaccanti sembra il più ispirato del momento, può scegliere, seguendo le indicazioni del proprio talento: in teoria, se ne starà con lo slovacco alle spalle del Pocho; in pratica, si avvicenderà con l’argentino per provare a disorientare i difensori avversari.
CORAGGIO, AMICI – La formazione è (quasi) fatta e ai compagni pronti a scendere in campo, Cavani ha chiesto un regalino nel corso di un blit al Vulcano Buono, per festeggiare gli sponsor della Dooa e rispondere a quel migliaio di tifosi che attendevano il Matador, Aronica, Cannavaro e Dzemaili, sommersi dall’ottimosmo popolare e confortanti dalla speranza del bomber: «Il terzo posto non dipende dai noi, ma ci proveremo. E poi penseremo alla Coppa Italia, l’appuntamento più importante della stagione per il quale ci stiamo già preparando». 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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