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“Calleti” e la magia del numero 7: da Bertoni a Cavani, passando per Careca…

C’è qualcosa di magico nella maglia numero “7”. Un fluido che conquista Napoli e la serie A. Negli anni ’80 fecero mirabilie prima Daniel Bertoni e poi (soprattutto) Careca, in epoca recente c’è stata la staffetta tra Lavezzi e Cavani, i due idoli del San Paolo. Il testimone, manco a dirlo, è stato il numero 7. Forse la buona sorte ha deciso anche per Josè Maria Callejon, il nuovo idolo. In estate avrebbe voluto il 21, occupato però da Fernandez. Ed allora Josè disse: «Prendo la 7, un numero magico perché l’aveva Cavani e di un altro mio mito al Real: Raul». La magia si è compiuta di nuovo: 7 reti in 14 match, 6 in campionato con un gol ogni 130’, ovvero ogni partita e mezzo. Numeri da campione per un ragazzo che ha talento, doti tecniche e fisiche e che vuole assecondare la previsione di Benitez che ha detto: «Segnerà 20 gol» Dalla sua Spagna non ha solo portato con sé la compagna Marta, con cui è fidanzato da 5 anni, ma anche l’amore per il flamenco, musica preferita e costantemente presente nell’ipod e nello stereo dell’auto. A Napoli si è ambientato quasi subito. Da spagnolo del sud ha ritrovato colori, abitudini e modo di vivere analoghi ai suoi. Ha scelto via Tasso per vivere in una zona panoramica e vicina ai suoi compagni madrileni Albiol e Higuain ed è legato anche a Pepe Reina. A Napoli ha trovato in Paolo Cannavaro un amico prima ancora che un compagno: il capitano gli ha mostrato le bellezze della città e le isole, Capri su tutte: celebre il video pubblicato a fine agosto da Paolo in cui ha commentato il tuffo di Calleti (soprannome coniato dall’ex compagno Sergio Ramos) con il chiaro intento di prendere in giro Higuain. Ha lasciato il Real Madrid (con cui ha segnato 20 reti in 78 gare) con sofferenza, per sentirsi protagonista e per provare a convincere Del Bosque a portarlo ai Mondiali. «Non giocavo – ha detto più volte – quanto volevo, dovevo dare una scossa e ho fatto la scelta giusta, pur amando il Real». A Napoli ha trovato la sua dimensione: «Qui il calcio è religione, tutto questo entusiasmo è qualcosa in più per un calciatore». In campo è un professionista ineccepibile: per lui allenamento e partita sono la stessa cosa, si impegna senza risparmiarsi e non vuole mai perdere. A qualcuno ricorda Cavani per concentrazione e dedizione totali. Fuori dal campo è un ragazzo umile, riservato ma simpatico. Spende le sue serate solo in poche occasioni con i compagni: preferisce la quiete della famiglia, con i suoi due cani (che ha portato dalla Spagna), con Paula, la figlia della compagna – che considera sua – e con il secondo erede in arrivo. Le esultanze di Firenze e di sabato, con il gesto del ciuccio e il pallone sotto la maglia, non sono state casuali. La sua compagna Marta Ponsati Romero spesso gli dedica dolci pensieri sui social network e con lei passeggia sul lungomare e in riviera di Chiaia. Ma l’intenso rapporto di Calleti con la famiglia si allarga sino ai genitori José Maria e Encarni, titolari di un banco di frutta al mercato di Motril, alla sorella maggiore Vanesa, alla nipotina che lo chiama Tito-gol e ai cuginetti ai quali ha regalato 6 maglie del Napoli con la “7”. Calleti è tutto questo ed altro: è molto religioso, come ha dimostrato baciando i santini situati in cima alle scalette del San Paolo, ed anche impegnato socialmente: col fratello Juanmi dirige un campo estivo calcistico per bambini, il Campus HH Callejon.

 

Fonte: Il Mattino

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