Succede (quasi) sempre così: fuoco (di paglia) e poi lacrime per essersi buttati via. E’ un anno che va avanti a strappi: imprese che restano e delusioni che lasciano il segno nella pelle. E fa niente se ora Callejon è arrivato a quota diciotto gol a due passi dalla previsione di Benitez, se in campionato è salito a tredici, se è andato al di là di quello che magari si sarebbe augurato: perché poi, gira e rigira, la felicità è altra. Il 3 maggio, ovviamente: e va cercata presentando il Napoli in edizione perfetta.
Callejon, cosa direbbe a se stesso?
«Che anche contro l’Udinese abbiamo giocato una buona partita ed anche stavolta non l’abbiamo chiusa. Abbiamo creato una serie di occasioni per andare sul 2-0, sia nel primo che nel secondo tempo, e siamo stati puniti alla prima e forse unica disattenzione. Il calcio è questo».
E i problemi vanno risolti.
«Ci è mancato il cinismo, perché dovevamo raddoppiare. Se avessimo fatto 2-0, staremmo a discutere d’altro. E in casi del genere, quando sciupi così tanto, la disattenzione diventa fatale. Dovremmo essere più concreti, avremmo dovuto esserlo in varie circostanze nel corso di questa stagione».
Segnare dà gioia ma per modo di dire.
«Io ho voglia di migliorarmi sempre e lavoro per questo. E’ chiaro che se vinci, la soddisfazione è maggiore e il senso della rete è diversa. Questa volta è andata così».
L’impressione è che abbiate la testa alla finale di coppa Italia del 3 maggio contro la Fiorentina.
«Ma no, perché per esempio in questo momento noi pensiamo all’Inter che affronteremo nella prossima partita di campionato. E’ nostra abitudine riflettere su una gara per volta. Magari a caldo, ora, stiamo male per aver buttato via una vittoria che anche questa volta potevamo cogliere. Però la Fiorentina e quella partita che assegna la Coppa Italia è lontanissima, al tre maggio mancano ancora due settimane».
Per farla distrarre un po’: un pensierino alla Nazionale ed al Mondiale ogni tanto le viene.
«Il livello di competizione nella nazionale spagnola è molto alto e penso che esista un gruppo consolidato che ha fatto cose straordinarie e dunque renda tutto difficile per me. E’ chiaro che una speranza per la convocazione in vista del mondiale c’è sempre, però Navas, che gioca nel mio ruolo, quando viene chiamato fa sempre cose egregie».
Il mercato la vede coinvolto: tanti la vogliono.
«Io quando sono arrivato ho sposato questo progetto, qua sto bene, ho un contratto e posso dire con certezza che resterò qui a Napoli».
Diceva dell’Inter.
«E’ la nostra prossima avversaria. Chiusa una partita, comunque sia andata, ci si concentra su quella che arriva in calendario. Noi abbiamo un soltanto un modo di ragionare: si gioca contro chiunque con la stessa mentalità per tentare di vincere. E sarò così anche a san Siro».
Ha fatto i conti di cosa avete sciupato?
«Ho soltanto dinnanzi agli occhi le occasioni che siamo stati capaci di creare anche sul campo dell’Udinese e devo dire che abbiamo lasciato pure qui altri due punti. Ma io lo so bene, e lo sa chiunque: se fallisci la chanches per abbattere definitivamente il tuo avversario, prima o poi ti tocca pagare il conto. Eccò, è successo ancora una volta in questa stagione».
Fonte: Corriere dello Sport
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