Finalmente libero di sprigionare tutta la sua immensa gioia. Alle tv, alle radio, ai portali, ai diari. Di tutto di più, ed era pure ora. Perché José María Callejón Bueno (27) finalmente ha ottenuto la nazionale, vi ha debuttato ed è al classico settimo cielo. «Ho coronato un sogno. Ho sudato e lavorato tanto per raggiungere questo obiettivo e ora non me lo farò sfuggire». Ecco in sintesi quanto aveva dichiarato quattro giorni fa, subito dopo l’esordio, 20 minuti contro la Bielorussia a Huelva (3-0 per la Roja). Difficile contenersi in questi casi: Calleti ha poi continuato a spargere tripudio anche sul portale El Pais, a poche ore dall’amichevole super contro la Germania (Vigo) e dopo che i tifosi avevano intonato cori di apprezzamento per la sua prima volta. «Non ho vissuto e non vivo per il gol. Bensì per il lavoro, quello che mi ha portato sin qui. Capocannoniere in serie A? In Italia è sempre più difficile, le difese si chiudono molto. Merito anche di Benitez che mi ha chiesto di essere più egoista sotto porta e poi fa un calcio votato all’attacco e fatto di possesso palla. Mi considero un centrocampista col vizio del gol: in principio giocavo da centravanti, poi mi sono abituato a fare l’esterno. La palla è sempre incollata al mio piede ma, col tempo, ho migliorato la coordinazione ed anche per questo motivo segno di più. Adesso vorrei migliorare col sinistro, inoltre gioco ogni partita come se fosse l’ultima, per me e per tutti». Passaggio sul passato: «Con Mou ho avuto sempre un ottimo rapporto, mi ha dato mentalità vincente e fiducia, anche se nel Real non giocavo con continuità. E’ stato uno dei primi a complimentarsi per la convocazione».
AL SAN PAOLO. Di certo il torero di Motril, oltre alla nazionale starà pensando anche alla prossima sfida di campionato col Cagliari. Probabilmente il fatto di essere in vetta alla classifica dei goleador lo stuzzica parecchio. E poi c’è un’altra parolina magica: San Paolo. Ebbene sì, Calleti di gol ne ha fatti otto su undici presenze in campionato (più due assist in toto), di cui la metà a Fuorigrotta. Nell’ordine: Palermo, Torino, Verona e Roma (gli altri con Genoa, Sassuolo e due all’Inter). Ecco anche perché ha triplicato il suo valore (30 milioni, acquistato per meno di dieci), che cresce di pari passo con la sua fame di gol. Un motivo in più per (ri)vederlo da vicino. Al San Paolo.
Fonte: Corriere dello Sport
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