L’aritmetica è un’opinione sconvolgente: e in quel sei più sei c’è l’essenza d’una varietà d’opzioni che il Napoli offre a se stesso e una città innamorata persa, proiettata nel futuro a cresta alta, aggrappandosi al suo idolo e pure a quel ragazzino che cento ne fa e altrettanto ne inventa. La coppia che scoppia di salute è ricca di talento, ha corsa, freschezza mentale ed un fiuto del gol da restare incantati: sei reti per Hamsik e sei per Callejon (più una in Champions) e sognare è dunque l’inevitabile conseguenza.
VISTO DA MAREKIARO – Un Hamsik così non s’era (quasi) mai visto: viaggia con le sue medie di inizio stagione, s’avvicina a grandi passi verso la Vecchia Signora, che è una nemica carissima alla quale ha segnato sei gol (che coincidenza) e pensa in grande, come ha sempre fatto nel corso di un settennato utile per diventare il leader ed il capitano con duecentosettancinque partite che pesano come l’oro e che concedono un posticino di riguardo nella classifica dei presenti di tutti i tempi. «Bisogna insistere su questa strada. Quest’anno abbiamo continuità di risultati, dobbiamo insistere. La Roma sta facendo un campionato impressionante ma noi abbiamo la possibilità di restare attaccati alla capolista. Poi vedremo alla fine quel che accadrà». Lo scudetto è il desiderio (neanche tanto) segreto, ma quel ragazzo che ragiona da sempre con la testa di un uomo maturo sa pure guardarsi alle spalle: «Abbiamo allungato sul quarto posto e mi sembra già una situazione avvincente. Non comoda, non decisiva, ma indicativa. Questo ci rende ulteriormente consapevoli della nostra forza. In passato, partite come quelle di Firenze non le avremmo vinte; e contro il Catania, pur non riuscendo a chiuderla, non abbiamo mai rischiato il pareggio». L’incontentabile Hamsik sa bene ciò che serve per restare competitivi ma per il vertice: «Concretizzare l’enorme quantità di palle-gol che riusciamo a creare. Ecco, sotto questo punto di vista dobbiamo migliorare».
VISTO DA (SAN) JOSE’ – L’altra faccia sorridente ha lo sguardo raggiante d’un fanciullo baciato dal destino: perché era forse già scritto da qualche nella scelta di quella maglia, la numero sette, che dovesse toccare spesso a Callejon riuscire a colmare il gap lasciato dalla partenza di un attaccante da centoquattro gol in tre stagioni. Pronti, via: e sono sette, uno in Champions (all’Olympique Marsiglia) ed il resto in campionato, sfoggiando il repertorio ch’è di Grande Bellezza, come la parabola arcuata che finisce all’incrocio di Andujar. «Questo del Napoli è un progetto appassionante. Stiamo facendo bene, direi molto bene, ma sappiamo anche che la stagione sarà lunga. Questi tre punti sono utilissimi per restare in alto, al vertice: vogliamo lottare per questo. Si gioca tanto, si spende tantissimo: a volte viene fuori un po’ di stanchezza, ma durante la settimana lavoriamo bene». E in partita persino meglio: sei reti per Hamsik e altre sei per Callejon: chi l’avrebbe soltanto sospettato, appena tre mesi, che ci sarebbe stato da ingozzarsi al san Paolo e nei dintorni, lasciandosi trascinare dal tandem del gol?
Fonte: Il Corriere dello Sport
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