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Callejon: “Con Benitez vincere è più facile. Gioco molto e faccio anche tanti gol”

IL MILLEUSI. E allora, Callejon. Lo splendido prototipo del giocatore milleusi, praticamente insostituibile nella squadra e nel gioco di Rafa: «Mi ha dato molta fiducia, e ovviamente questo aspetto ha influito sul mio rendimento: sono davvero contento per me, per i tifosi e per il Napoli stesso. E sono contento di essere riuscito a vincere una coppa al primo tentativo. Già alla prima stagione». Da incorniciare come la migliore della sua carriera: 49 presenze, 43 delle quali messe in carnet da titolare, e una sola assenza in tutto l’arco dell’anno calcistico (per squalifica, con il Sassuolo); 18 gol (13 in campionato, 2 in Champions e 3 in Coppa Italia); 7 assist. Valore triplicato, stima sconfinata, chilometri e chilometri macinati un po’ qua e un po’ là, e la finale con la Fiorentina a fare da simbolo del suo modo di essere calciatore: è un uomo d’attacco, sì, eppure tra una ripartenza e l’assist per il 3-1 di Mertens, anche all’Olimpico s’è sacrificato in una copertura costante degna di un tenace difensore di fascia.

SEMINUDO E FELICE. All’altezza di un bestione della Nfl, invece, il placcaggio di cui è stato protagonista alla fine della partita con la Fiorentina: «Quando l’arbitro ha fischiato non mi aspettavo l’invasione di campo: un tifoso mi ha letteralmente placcato, lasciandomi quasi nudo!» . Racconta e ride ai microfoni di Cadena Ser, Callejon. E poi continua: «A Napoli c’è una passione incredibile per il calcio, non avevo mai visto nulla di simile. Eppure ho giocato tante partite in Spagna e in Europa».

CHE AMAREZZA. La festa e poi la pagina nera della finale romana: gli incidenti, i colpi di pistola, i feriti e la tensione non possono passare inosservati. «E’ assurdo che accadano certe cose per una partita di calcio: eppure, quella di sabato doveva essere una festa per tutti gli italiani ». E invece, così non è stato. «Il contatto con i tifosi? Beh, in Italia è usuale che la squadra si consulti con i propri tifosi».

RAFA E DEL BOSQUE. Parentesi chiusa e via a parlare di pallone puro e obiettivi. Di Napoli e Spagna. Di Rafa: «Lui è incredibile, ha vinto in ogni club che ha allenato: con lui sto benissimo, e senza dubbio la sua fiducia ha influito in maniera decisiva. Sia sotto il profilo del gioco, sia sotto il profilo dei gol» . E anche di Del Bosque: la sua mancata convocazione nella Roja è un argomento che, dalle sue parti, fa molto discutere. «Non perdo le speranze, continuerò a lavorare sempre nello stesso modo» . Il Mondiale è dietro l’angolo: «Sì, però credo che sia molto dura: in Nazionale c’è un gruppo molto forte che ha vinto tutto negli ultimi anni». Si vedrà. Come anche un eventuale ritorno all’amato Real: «Lasciare Madrid è stato difficile, ma credo che sia molto difficile anche ritornare. Certo, per me sarebbe bello, considerando che ho le merengues nel cuore? Vediamo, magari un giorno?».

Fonte: Corriere dello Sport
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