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Callejon, alla scoperta del combattente spagnolo che ha folgorato Napoli con i suoi gol

E’ il nuovo vicerè di Napoli: Josè Maria Callejon Bueno da Motril, piombato in città per stupire a suon di gol e regalare nuove emozioni. Diverso da tanti suoi predecessori che vennero inviati a Napoli a partire dal 1503 per fare dai garanti ai re di Spagna, Ferdinando ed Isabella. Molti di quelli non si distinsero in quanto ad umanità e rispetto della dignità del popolo partenopeo. Tranne qualcuno, Don Pedro de Toledo, che come racconta lo scrittore Giuseppe Coniglio nel suo libro «I vicerè spagnoli di Napoli» si distinse per l’attenzione all’urbanistica e l’apertura verso verso il ceto meno abbiente, o il Villena, che volle resistere fino all’ultimo all’assalto degli austriaci. Josè Maria Callejon si avvicina più a quest’ultimo. E’ un combattente nato. Anche se non sembra da quella espressione docile e discreta. Non si arrende mai. Corre da una parte all’altro per aiutare i compagni in fase di non possesso. Si fa trovare spesso negli ultimi sedici metri per depositare il pallone nella porta avversaria. E difatti ha realizzato tre gol nelle prime tre uscite di campionato.

TRIPLETTA – Suo il primo gol in assoluto di questa stagione, al Bologna, alla prima giornata. Suo quello del raddoppio a Verona con il Chievo. Ancora di Josè Maria, la rete del due a zero all’Atalanta. E dopo «re Marek» , nel Napoli che è balzato in vetta alla classifica, c’è lui, il vicerè giunto dal Real Madrid con una voglia matta di sfondare e di far vedere quanto realmente vale. Aspettava solo l’occasione di poter giocare con frequenza, di sentirsi importante, di avere le giuste responsabilità. Sia a Barcellona che con la maglia dei «blancos» , questa opportunità Calleon non l’aveva avuta. Benitez lo conosceva già. Ed anche bene. Lo seguiva fin da piccolo. E poi anche quando è passato all’Espanyol prima di fare ritorno alla casa madre, quel Real Madrid che l’aveva allevato dall’età di 15 anni e di cui Benitez tramite i suoi collaboratori fidati ed amici che ancora conserva in quel club conosce vita e miracoli.
Gliene parlava spesso il suo procuratore, Luis Quillon, che poi è lo stesso di Don Rafa. «Quel ragazzo è sprecato, ha bisogno di giocare, perchè non lo portiamo in Inghilterra?» , ripeteva. E Benitez appena ha raggiunto l’intesa con il Napoli, il primo nome in cima alla lista della spesa è stato proprio quello di Josè Maria Callejon. «Cerchiamo di prenderlo perchè potrà ricoprire più ruoli, è un giocatore universale» , disse. Ed il Napoli non badò alla cifra: dieci milioni di euro? Dieci milioni. «Se Benitez insiste tanto avrà i suoi buoni motivi» , ragionarono all’interno del club partenopeo.

FEELING – E mai acquisto si è rivelato più indovinato. Callejon, grazie anche alla rapidità con cui si è inserito nello spogliatoio e nel campionato italiano, si sta rivelando la vera sorpresa di questo inizio di stagione. Una pedina preziosissima. Non prestante sul piano fisico ma di grande capacità aerobica. Lo trovi ovunque, si fa trovare ovunque. Uno dei suoi punti di forza è lo stacco di testa anche se non è altissimo ma possiede scelte di tempo quasi sempre felici. Callejon è un destro naturale ma sa agire anche a sinistra. E sotto rete non perdona, avendo freddezza anche dal dischetto, qualità sempre importante.
Ma di lui, Benitez apprezza in modo particolare l’applicazione tattica in entrambe le fasi. Callejon intuisce da solo dove andarsi a posizionare nelle ripartenze e nei ripiegamenti. Con Higuain ed Albiol, l’intesa è naturale avendo giocato insieme nel Real. Ma l’intuizione felice del tecnico dovrà produrre i risultati migliori anche in Champions. Callejon a Madrid non è stato impiegato tanto ma quelle poche volte che Mourinho l’ha impiegato sia in ambito internazionale che nella Liga, Josè Maria non ha mai tradito. Lo considerava come un jolly prezioso o un asso nella manica. E l’ex tecnico del Real l’avrebbe portato volentieri anche al Chelsea ma il Napoli aveva fatto prima e Josè Maria, il vicerè arrivato da Motril, sta facendo le fortune di Benitez, ora. Uno di quei vicerè destinati a lasciare il segno in città, proprio come Don Pedro de Toledo.

Fonte: Corriere dello Sport.

La Redazione.

D.G.

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