Passato il periodo natalizio la procura di Cremona tornerà al lavoro sull’inchiesta. Soltanto all’ex difensore di Roma e Inter non sono stati concessi gli arresti domiciliari. Il terzo round degli interrogatori si aprirà con capitano dell’Atalanta
In carcere a Cremona è rimasto solamente Luigi Sartor, a cui non sono stati concessi gli arresti domiciliari. L’ex di Roma e Inter ha trascorso l’ultimo giorno dell’anno in cella, mentre Alessandro Zamperini, il ‘playboy’ del calcio, ha potuto tornare a casa. Su Sartor, dovrà arrivare entro mercoledì il parere del Gip Guido Salvini; il legale di Sartor, Antonino Tuccari, aveva presentato istanza al tribunale del Riesame già lo scorso 22 dicembre. Il terzo round di interrogatori riprenderà dopo l’interruzione di Capodanno: quello con Cristiano Doni è in programma l’11 gennaio mentre non è ancora stato fissato quello con Nicola Santoni, ex preparatore atletico dei portieri del Ravenna, e amico della bandiera dell’Atalanta.
Dopo il primo turno di interrogatori si fa ancora la conta dei ‘danni’ provocati dalle parole di Carlo Geravsoni, ex Cremonese, Mantova e Piacenza. La sua confessione, da autentico ‘pentito’ dell’inchiesta sul calcio malato, è stata una bomba, che ha arricchito di nomi, circostanze e fatti il già grande lavoro svolto dagli inquirenti. Gervasoni ha tirato in ballo Luciano, Pellissier e i fratelli Cossato (Chievo), Milanetto (Genoa), 6 giocatori del Bari, Ventola (ex Novara). Gervasoni ha quindi rivelato che il gruppo degli ‘zingari’ voleva rilevare una società.
Tra i nomi che vennero fatti, di squadre ipoteticamente ‘acquistabili’ – ha spiegato Gervasoni – in relazione alle loro condizioni finanziarie precarie, ricordo quelli del Como e del Grosseto”. Sono emerse però alcune contraddizioni. Ad esempio se Gervasoni chiama in causa il centrocampista della Lazio Stefano Mauri, Zamperini lo scagiona. Al procuratore, Zamperini ha raccontato che Hristian Hilievsky, uno dei capi dell’organizzazione degli ‘zingari’, “era interessato a combinare la partita tra il Lecce e la Lazio” e per questo lo raggiunse in un albergo di Lecce dove gli chiese di contattare giocatori della squadra pugliese. “E’ vero che conosco Mauri, che è mio amico fraterno e con il quale mi sento quasi quotidianamente. E’ anche vero che in occasione della trasferta della Lazio a Lecce l’ho incontrato brevemente nella reception dell’albergo che ospitava la Lazio di cui non so indicare il nome. Si è trattato comunque di un incontro di cortesia durante il quale non ho assolutamente trattato di argomenti riguardanti la manipolazione di partite di calcio”.
L’inchiesta insomma si allarga a macchia d’olio e chiarisce il quadro dello scandalo scommesse. A Singapore risiedeva il cuore dell’organizzazione: da lì proveniva il denaro per la combine e veniva portato in Italia da emissari asiatici. A questo punto toccava agli intermediari reclutare i giocatori e convincerli con denaro contante. Proprio l’attività che svolgeva, da quanto emerso, Carlo Gervasoni. Si pensi al caso di tentata corruzione del giocatore Vittorio Micolucci dell’Ascoli in occasione della gara contro il Novara (campionato di serie B della scorsa stagione). Intanto si è attivata la giustizia sportiva con il procuratore Stefano Palazzi che dovrà accertare se siano stati compiuti illeciti. Entro l’estate dovrebbero arrivare, nel caso siano stati commessi illeciti, altre penalizzazioni e squalifiche.
Fonte: Sky.it
La Redazione
M.V.
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