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Calcioscommesse, Gervasoni tira in ballo il portiere del Napoli Rosati

NAPOLI – Carlo Gervasoni, il giocatore del Piacenza arrestato e poi posto ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della procura di Cremona sul Calcioscommesse ha chiamato in causa numerosi giocatori di serie A: tra questi, Mauri della Lazio, Milanetto del Genoa , Benussi e Rosati del Lecce. La loro posizione sarà valutata dagli inquirenti. La conferma viene dal verbale d’interrogatorio di Gervasoni, martedì scorso, davanti al procuratore Roberto di Martino.

«La prima partita di serie A combinata di cui parlai – ha detto Gervasoni – è Palermo-Bari del 7 maggio 2011, finita 2-1, laddove il risultato concordato era di un over con la sconfitta del Bari, con almeno due gol di scarto: si tratta di notizie che mi ha riferito Gegic nell’immediatezza della partita, in quanto ho scommesso sulla medesima. «Ricordo che sempre secondo quanto lui mi riferì, era stato Carobbio a mettersi in contatto con i giocatori del Bari o con qualcuno che gli stesse vicino. Gegic mi riferì che erano stati corrotti i seguenti giocatori del Bari: Padelli, Bentivoglio, Parisi, Andrea Masiello e Rossi. Il risultato concordato non fu raggiunto perchè Miccoli sbagliò il rigore che era stato volutamente provocato. Miccoli non sapeva nulla della combine».

Di Lazio-Genoa, disputata il 14 maggio scorso e terminata 4-2, Gervasoni dice: «Ho appreso da Gegic che gli slavi si incontrarono lo stesso giorno della partita con Zamperini che poi li mise in contatto con Mauri della Lazio. Gli slavi si incontrarono anche con Milanetto del Genoa, che a sua volta incontrò altri giocatori della sua squadra».

Quanto alla partita Lecce-Lazio del 22 maggio 2011, finita 2-4, dice Gervasoni: «Gegic mi disse che tramite Zamperini, lui e gli slavi si misero di nuovo in contatto con Mauri della Lazio per manipolare la suddetta partita. Successivamente, avuto questo contatto con Mauri, furono corrotti 6 o 7 giocatori del Lecce tra i quali ricordo solo Benussi e Rosati».

Qualora il secondo portiere del Napoli, Antonio Rosati, il cui nome è stato tirato in ballo dal giocatore del Piacenza, Carlo Gervasoni, nel suo interrogatorio nell’ambito dell’inchiesta sul calcio scommesse ai tempi in cui era al Lecce, fosse effettivamente coinvolto nella vicenda «ed eventualmente ritenuto responsabile di qualunque violazione, il Napoli ne subirebbe un danno di immagine ed uno patrimoniale perchè il giocatore potrebbe essere squalificato e non potrebbe rendere la prestazione per la quale la società azzurra lo paga».

Lo ha detto l’avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo, intervenuto alla trasmissione “Si gonfia la rete” su Radio Crc. «Se ci fosse un coinvolgimento di Rosati? Il club – dice Grassani – risponde a titolo di responsabilità oggettiva per l’operato dei propri tesserati ma ciò che è importante per ogni addebito è il momento in cui il fatto è stato commesso. Secondo quanto emerge Rosati sarebbe coinvolto, con tutte le cautele e le presunzioni di innocenza dovute costituzionalmente a tutti i soggetti. Se il portiere del Napoli fosse coinvolto in questo scandalo, non risponderebbe la società calcio Napoli perché al momento dei fatti, il calciatore non era un dipendente del Napoli. Mi sento di poter escludere qualunque tipo di addebito alla società partenopea».

Più in generale, secondo Grassani «il quadro che emerge dalle dichiarazioni di Gervasoni è devastante per il calcio italiano. Il primo passaggio è quello di verificare e dare dei risconti alle dichiarazioni espresse. Quello che emerge dall’interrogatorio di Gervasoni è uno scenario di possibile responsabilità di molti. Probabilmente assisteremo anche quest’anno ad un campionato pieno di asterischi. I casi sono due: o Gervasoni ha grande fantasia, oppure qualche fondamenta nelle sue dichiarazioni c’è. In questo momento potrebbe crollare tutto il calcio europeo e poi chissà come si potrebbe ripartire dando credibilità a questo sport».

Fonte: Il Mattino.it

La Redazione

M.V.

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