Colpevole. Alle otto della sera, nell’aula 215 del Palazzo di Giustizia di Napoli, Luciano Moggi viene condannato a cinque anni e quattro mesi. La Procura ne aveva chiesti 5 e otto.
È il giorno del giudizio per l’ex direttore generale della Juventus e per altri 16 dei 24 imputati nel processo di Calciopoli. Il verdetto dei giudici della nona sezione penale del Tribunale di Napoli, presieduta da Maria Teresa Casoria, è molto duro e – di fatto – riconosce in pieno la validità dell’inchiesta dei pubblici ministeri Filippo Beatrice, Giuseppe Narducci e Stefano Capuano. Regge l’accusa: Moggi fu il promotore di un’associazione per delinquere il cui scopo era quello di falsificare le partite del campionato di calcio 2004-2005, di modificarne i risultati alterandoli grazie ad una fitta rete di complicità che, passando per i designatori arbitrali Paolo Bergamo e Pier Luigi Pairetto, investiva vertici societari di club e persino dirigenti della Federazione italiana gioco calcio. Ma veniamo alle condanne. Questi i nomi: Luciano Moggi 5 anni e 4 mesi; Paolo Bergamo 3 anni e otto mesi; Innocenzo Mazzini 2 anni e 2 mesi; Pierluigi Pairetto 1 anno e 11 mesi; Massimo De Santis 1 anno e 11 mesi; Salvatore Racalbuto 1 anno e 8 mesi; Pasquale Foti 1 anno e 6 mesi e 30mila euro di multa; Sandro Mencucci, 1 anno e tre mesi e 25mila euro di multa; Paolo Bertini 1 anno e 5 mesi; Antonio Dattilo 1 anno e 5 mesi; Andrea Della Valle 1 anno e 3 mesi e 25 mila euro; Diego Della Valle 1 anno e 3 mesi e 25 mila euro; Claudio Lotito 1 anno e 3 mesi e 25 mila euro; Leonardo Meani 1 anno e 20mila euro; Claudio Puglisi 1 anno e 20 mila euro; Stefano Titomanlio 1 anno e 20mila euro. Il reato di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva è stato riconosciuto dai giudici ai soli Moggi, Bergamo, Pairetto, Mazzini, e agli ex arbitri De Santis, Racalbuto, Bertini e Dattilo.
Assolti in otto: Marcello Ambrosino, Enrico Ceniccola, Mariano Fabiani, Maria Grazia Fazi, Silvio Gemignani, Gennaro Mazzei, Pasquale Rodomonti e Ignazio Scardina.
In un’aula stracolma (mancava solo Pairetto), Moggi ha ascoltato in silenzio il verdetto. Pallido in volto, al termine si è rivolto ad uno dei suoi legali per dire: «Io me la squaglio da qui», indicando una porta secondaria dell’aula dove lo attendevano alcuni poliziotti in borghese per scortarlo all’uscita, evitando ogni contatto con i giornalisti. Pene dure anche quelle accessorie: interdizione perpetua per Moggi e divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive, ma anche luoghi dove si accettano scommesse autorizzate per molti altri: Paolo Bergamo, Paolo Bertini, Antonio Dattilo, Massimo De Santis, Andrea Della Valle, Diego Della Valle, Pasquale Foti, Claudio Lotito, Innocenzo Mazzini, Leonardo Meani, Sandro Mencucci, Pierluigi Pairetto, Claudio Puglisi, Salvatore Racalbuto e Stefano Titomanlio. I divieti tuttavia non sono esecutivi in quanto l’impugnazione ne sospende l’applicazione.
Lapidario il commento del pm Capuano:
«Questo processo non è stata una farsa».
Soddisfatto il legale della Juve, Pino Vitiello:
«Tutte le richieste contro la Juventus sono state escluse sul fronte della responsabilità civile, mentre quelle di Fiorentina e Lazio sono state accolte».
«Mi aspettavo una sentenza negativa, ma resto sereno»,
ha detto invece Paolo Bergamo. Duro l’ex arbitro De Santis, che si spinge a dire che
«la sentenza di oggi è una pagina mortificante per la giustizia. Combatteremo in appello».
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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