Quindici giorni. Solo quindici giorni dall’inizio della camera di consiglio per conoscere l’esito della Commissione Disciplinare, chiamata a decidere sulla radiazione di Luciano Moggi. È terminata, dopo quasi sei ore, e con una lunga dichiarazione finale dell’ex dirigente della Juventus, l’udienza presso la Commissione Disciplinare.
La seconda parte dell’udienza si era aperta con le parole ironiche di Maurilio Prioreschi, legale di Luciano Moggi: «Ci deve essere un batterio killer che blocca il tempo. Come il pm Narducci nel processo di Napoli, anche il procuratore della Figc è rimasto al 2006». Prioreschi aveva così accostato il procuratore federale Stefano Palazzi al pm Giuseppe Narducci, che a Napoli ha chiesto la condanna di Moggi (5 anni e 8 mesi) nel processo penale legato allo scandalo di calciopoli.
«Sono state occultate prove rilevantissime per la difesa e le sentenze del 2006 consentivano già di dire che negli atti non c’erano solo le telefonate di Moggi», aveva attaccato il legale. «Quando si imbastisce un procedimento -aveva continuato – sulla base degli atti delle indagini preliminari, si rischia di sbagliare. Si tratta di atti di parte, sono fonti di prova e non prove. Per la giustizia sportiva, gli atti delle indagini possono essere solo una ‘notizia criminis’. Bisognerebbe utilizzare gli elementi che emergono nel dibattimento: capisco l’esigenza di procedere spediti, ma non si possono sacrificare i diritti degli individui. L’autonomia della giustizia sportiva non pu• diventare autarchia. Se ci fossero state le altre intercettazioni nel 2006, l’esito dei procedimenti sportivi sarebbe stato diverso e sarebbero state differenti le valutazioni sulle sanzioni. La Juventus non aveva un rapporto preferenziale con i designatori arbitrali, che parlavano con tutti. Calciopoli ha decapitato in un mese una serie di teste con un’operazione di bassa macelleria». «Non chiediamo clemenza ma giustizia. Moggi è stato squalificato ingiustamente per 5 anni, ora gli si vuol dare l’ergastolo», aveva concluso la difesa del manager.
«La giustizia sportiva ha utilizzato le prove a disposizione e ha comminato delle sanzioni», era stata la replica di Stefano Palazzi, procuratore federale della Figc. «Tutti colpevoli, nessun colpevole – le parole di Palazzi -. Questa è la linea dei difensori del signor Moggi. E non può avere cittadinanza giuridica»
Pronta la controreplica di Prioreschi: «Gli atti del processo di Napoli sono stati depositati a dicembre 2007. I brogliacci delle intercettazioni, però, non c’erano. E quando c’erano, erano incomprensibili e fuorvianti».
La Redazione
A.S.
Fonte: Leggo
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro