Tornano a salire i compensi per gli amministratori dell’SSC Napoli. L’utile record nell’esercizio chiuso il 30 giugno 2017 ha permesso infatti alla società partenopea di alzare nuovamente i compensi del Consiglio d’Amministrazione, che hanno toccato quota 4,4 milioni dopo l’1,025 milioni distribuiti nell’esercizio 2016.
Compensi che restano “in famiglia”, perché la maggior parte gli amministratori del club sono tutti della famiglia di Aurelio De Laurentiis. Fino al 2014, infatti, il Cda era formato, oltre che dal patron (che è anche amministratore delegato), da i figli Edoardo (vicepresidente) e Valentina, da sua moglie Jacqueline (vicepresidente) e da Andrea Chiavelli, braccio destro del presidentissimo azzurro e ufficialmente consigliere delegato. Dal 2015 è entrato nel ramo sportivo della famiglia anche il terzo figlio, Luigi, che fino a quel momento si era occupato principalmente della FilmAuro.
Il compenso agli amministratori si è trasformato negli anni in una sorta di di dividendo, che è rimasto alto e stabile nel corso degli otto esercizi consecutivi chiuso in utile, calando nelle ultime stagioni.
Otto esercizi chiusi in utile che hanno permesso, nelle ultime due stagioni, di coprire i disavanzi senza che De Laurentiis mettesse mano al portafoglio, ma facendo fronte alle riserve. Se si fa eccezione per l’investimento iniziale necessario a rilevare il club azzurro dal fallimento, il produttore cinematografico è riuscito, diversamente da altri proprietari di squadre di Serie A, in questi anni a fare in modo che il Napoli si autofinanziasse. Un obiettivo raggiunto anche in virtù del fatto che la società partenopea, “risorgendo” di fatto dal fallimento, ha avuto la possibilità di strutturare i propri costi in funzione dei ricavi.
Insieme a tutto questo, però, emerge anche il dato dei compensi versati al cda Napoli. Un’affare di famiglia, sostanzialmente. Una sorta di dividendo, dicevamo, grazie al quale inoltre sono stati ripagati anche i primi investimenti, che all’epoca dell’acquisto si aggiravano sui 16/17 milioni di euro, oltre ad un prestito da 31 milioni da parte di UniCredit che la società ripagò alla banca nel giro di tre anni. Nella stagione in corso, così, sono stati distribuiti 4.477.300 euro come compensi agli amministratori, contro 1.025.300 euro del 2016: non essendo disponibile il dettaglio dei pagamenti, possiamo considerare una media di circa 750mila euro a testa, contro i circa 170mila in media a testa della stagione 2015/16.
Cifre simili a quelle pagate agli allenatori: nell’esercizio al 30 giugno 2017 il Napoli ha infatti versato ai 13 allenatori tesserati complessivamente 5,1 milioni di euro.
fonte: calcioefinanza.it
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