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Calcio scommesse, primi deferimenti. E spuntano sospetti sul patron del Lecce

Semeraro nel mirino per la gara vinta sul campo del Bari nel 2011

Il mondo del calcio trema. Arrivano i deferimenti del calcioscommesse secondo quanto annunciato ieri dal presidente Figc Giancarlo Abete: «Domani (oggi,ndr) ci saranno i deferimenti, sappiamo che lavoriamo per tronconi. Una fase in cui si opera sulla base della documentazione della Procura di Cremona. Entro metà mese la possibilità di avere la documentazione dalla Procura di Bari, è l’auspicio forte della Procura federale. Ciò attiverà un ulteriore iter». Quanto all’intervista del pm di Bari, Antonio Laudati, a France Football in cui il magistrato ha detto che «ci sono più soldi da guadagnare con le scommesse che con la droga», Abete aggiunge: «Le riflessioni di Laudati sono di una persona amante dello sport e di grande equilibrio e devono essere oggetto di riflessione. Questo tipo di reati sono sottodimensionati rispetto al danno che determinano al sistema Paese».
Intanto s’indaga sul Lecce calcio. Il sospetto dei carabinieri è pesante ma ancora da approfondire: l’ex presidente Pierandrea Semeraro potrebbe aver avuto un ruolo nella combine di Bari-Lecce che fece guadagnare ai salentini la permanenza in A. Sul conto del figlio del patron dei giallorossi sono in corso accertamenti anche bancari da parte dei carabinieri. Per la partita, 15 maggio 2011 finita 2-0 per i leccesi, secondo l’accusa furono versati in più tranches 230.000 euro ad Andrea Masiello e ai suoi presunti complici, Gianni Carella e Fabio Giacobbe, tutti e tre ai domiciliari. I primi 50.000 consegnati – per l’accusa – a Masiello e Carella il 22 aqosto nell’incontroi un hitel di Lecce a cui parteciparono due intimi amici di Semeraro, l’imprenditore Carlo Quarta e il legale salentino Andrea Starace. Assente Giacobbe che – avrebbe detto Carella in un interrogatorio – poco prima si era addormentato sulla panchina di un giardino. Sia Quarta sia Starace sono stati riconosciuti in foto da Masiello e Carella negli interrogatori seguiti al loro arresto (per associazione per delinquere e frode sportiva) del 2 aprile scorso. Gli altri pagamenti furono fatti in tranche da 20.000 euro ciascuno da Quarta a Carella in incontri in un distributore sulla tangenziale di Bari; e da Quarta a Masiello in una località del nord Italia dove l’ex biancorosso (ora all’Atalanta) viveva all’epoca.
Quasi concluse le indagini sui tre ultrà del Bari che avrebbero chiesto ai calciatori biancorossi di perdere tre partite. Alle gare già note, Bari-Samp (23 aprile 2011, 0-1) che segnò la retrocessione matematica dei biancorossi, e Cesena-Bari (17 aprile 2011, 1-0), si è aggiunta Bari-Chievo (1-2, del 20 marzo 2011). Per i tre ultrà indagati, Raffaele Lo Iacono, Roberto Sblendorio e Alberto Savarese, la procura sta ora valutando le accuse da contestare.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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