I pentiti che hanno patteggiato sono stati premiati, chi non ha collaborato è finito nella tagliola del procuratore Stefano Palazzi. Richieste pesanti, ieri, secondo giorno del processo del calcioscommesse bis, l’esatto contrario di quanto accaduto giovedì. Il procuratore, dopo la sua requisitoria (prima della quale il calciatore Locatelli ha patteggiato la sua pena, due anni), ha chiesto in totale 81 punti di penalizzazione, 340 mila euro di multe e oltre 130 anni di squalifica per i 39 tesserati e i 14 club implicati.
Eppure, la mano morbida dei patteggiamenti del primo giorno del processo non è stata troppo gradita dalla Federcalcio. Dal Palazzo si apprende che le sanzioni potrebbero tornare in discussione, impugnate dal presidente Giancarlo Abete. Il caso più eclatante appare quello del Grosseto al quale è stata accordata un pena di 6 punti da scontare l’anno prossimo lo salva, quindi, dalla retrocessione nel campionato appena concluso.
Sembra una farsa: la Federazione non accetterebbe la decisione assunta dalla sua Procura che è, nello statuto, autonoma. Stefano Palazzi dopo una giornata intera a discutere, dibattere, ascoltare le difese, ha esposto il suo punto di vista: ovviamente in modo criptico. «Ieri (giovedì, ndr) carota e oggi (ieri, ndr) bastone? Non è così: abbiamo utilizzato un istituto giuridico previsto dal nostro ordinamento. In base a questo ordinamento statuale sono libere anche persone che hanno commesso omicidi e reati gravissimi».
Inutile chiedere una reazione al procuratore sulla voce federale. «Non posso rispondere – ha spiegato lasciando l’Ostello della gioventù poco dopo le sette di ieri sera – Nessun contatto con Abete. Lui e tutta la Federazione è composta da galantuomini». Il presidente della Figc, in serata, ha chiarito che è nei suoi poteri una rivisitazione della pena ma «c’è massima stima e fiducia nella giustizia sportiva». Sembra, il suo, solamente un avviso per il futuro.
Torniamo al processo. Palazzi ieri ha chiesto pene pesanti per diversi club: 27 punti per l’AlbinoLeffe, 19 per il Piacenza, 10 per l’Ancona, 6 per il Monza e il Novara escludendole dalla Coppa Italia e 6 anche per la Reggina. Queste penalizzazioni saranno scontate nel prossimo campionato. Solo ammende per Sampdoria, Siena (che tornerà in aula più avanti) e Spezia, tra 50 mila e 30 mila euro.
Il caso della Samp, sanzionata (solo economicamente) per la presenza in squadra di Bertani il quale ha commesso gli illeciti quando era tesserato per il Novara, fornisce una via d’uscita per la Juventus che potrebbe trovarsi nella stessa situazione qualora il suo allenatore Antonio Conte venisse sanzionato per i presunti illeciti commessi quando era sulla panchina del Siena. Diversa, invece, appare la posizione personale dello stesso Conte.
Se dovesse essere ritenuto responsabile di illeciti, viste le richieste di ieri, la squalifica non sarebbe lieve.
La vicenda del Sampdoria ha aperto una forte polemica – anzi uno scontro – tra la Procura federale e Giulia Bongiorno, l’avvocato che difende il club. Ha smontato l’ipotesi che il reato di Bertani prosegua nel tempo. «La presunzione di permanenza è stata superata – ha spiegato – da una sentenza del marzo dell’anno scorso». L’attacco è stato frontale sui principi della responsabilità oggettiva. La Bongiorno ha ricordato l’autonomia dell’ordinamento sportivo ma non deve andare in collisione con quello penale.
Dicevamo delle richieste di pena per gli incolpati. Palazzi ha chiesto pene dure e richieste di radiazioni prima di ascoltare, per tutto il pomeriggio e lo farà anche lunedì, alla ripresa del processo, gli avvocati.
Tutti hanno cercato di smontare le accuse portando la vicenda su altri binari: nessuno ha parlato di partite falsate per le scommesse che, sembra, non esistano.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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