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Calcio scommesse, Palazzi: «Sconti di pena ai giocatori che collaborano»

Il procuratore di Bari Laudati concorda: «Opportuno riconoscimento dallo Stato»

I calciatori e le società che collaboreranno alle indagini penali e disciplinari beneficeranno di sconti di pena: il procuratore della Figc Stefano Palazzi lo assicura dopo aver incontrato il capo degli inquirenti baresi, Antonio Laudati, che ha garantito che la prossima settimana invierà alla Procura federale atti d’indagine del filone pugliese sul Calcioscommesse, che sono anche alla base dell’arresto dei tre capi ultrà biancorossi, accusati di aver intimato ai calciatori del Bari di perdere due partite (Cesena-Bari e Bari-Sampdoria) per fare soldi con le scommesse. «Ho l’obbligo di dire – spiega Palazzi ai cronisti – che già oggi gli strumenti normativi di cui disponiamo ci danno grandissime possibilità perchè dal primo luglio 2007 è stata prevista espressamente nell’ordinamento sportivo della Federazione la possibilità per i soggetti che collaborano con le indagini in sede disciplinare, e con la giustizia ordinaria, di poter ottenere grandi riconoscimenti sotto il profilo della pena».

Per chi collabora con la magistratura ordinaria «per fatti che costituiscono eventualmente reato ma anche per fatti che non costituiscono reato, come in ipotesi l’omessa denuncia, e rende dichiarazioni che sono di piena collaborazione sotto questo aspetto, la giustizia sportiva ne terrà conto».
Dichiarazioni accolte con soddisfazione da Laudati, che giudica la posizione della Figc «un salto di qualità nelle indagini perchè chi contribuisce all’accertamento della verità, chi mette al servizio della legge quelle che sono le sue attività, deve avere un riconoscimento dallo Stato». Gli atti messi a disposizione dalla Procura di Bari saranno esaminati già dalla prossima settimana dalla Procura federale. Non è difficile immaginare che sotto la lente finirà l’operato di Bari e Lecce. La società biancorossa è al centro dell’attenzione – risulta dalle carte giudiziarie – anche per non aver adeguatamente protetto i propri atleti dalle minacce dei capi della tifoseria.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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