La Procura federale non ci sta e si appella contro tutti i proscioglimenti disposti dalla Commissione Disciplinare venerdì scorso. La vicenda del calcioscommesse non è finita quindi per gli juventini Leonardo Bonucci e Simone Pepe che soltanto tre giorni fa avevano festeggiato le sentenze emesse dall’organo presieduto da Sergio Artico. Ma tutti i protagonisti, secondo il pentito Andrea Masiello, della tentata combine di Udinese-Bari torneranno alla sbarra davanti alla Corte di Giustizia federale: il torinese Salvatore Masiello, il senese Nicola Belmonte, ma anche l’Udinese chiamata a rispondere nuovamente per responsabilità oggettiva per l’ex Pepe.
Il procuratore federale, Stefano Palazzi, quindi crede in Masiello (Andrea) al punto da impugnare anche le sentenze di proscioglimento del granata Giuseppe Vives per il derby Bari-Lecce, ma anche quella dell’ex bolognese Marco Di Vaio e la derubricazione da illecito a omessa denuncia del difensore felsineo Daniele Portanova (torna a rischiare la penalizzazione il club emiliano) nella presunta combine di Bologna-Bari. Dei sette prosciolti in primo grado, l’unico a cavarsela sembrerebbe il portiere della Samp Daniele Padelli.
Per gli altri l’appuntamento è invece all’ex Ostello della Gioventù dove lunedì inizierà il processo d’appello dinanzi alla Corte di Giustizia federale presieduta da Gerardo Mastrandrea. La decisione della Procura deve essere stata ponderata bene negli uffici federali di via Po visto che le istanze d’appello sono pervenute in Corte di Giustizia una manciata di minuti prima della chiusura del termine fissato, illudendo gli avvocati presenti che, visto il traguardo delle 19 così vicino, pensavano di vedere le posizioni dei propri assistiti chiuse con le sentenze della settimana scorsa.
E, invece, no il loro Ferragosto lo trascorreranno a lavoro. Così come la Procura che dovrà preparare anche le repliche alle memorie presentate ieri dai legali dei condannati in primo grado. Tra questi, il più famoso è certamente il tecnico della Juventus, Antonio Conte, che anche grazie all’ingresso dell’avvocato Giulia Bongiorno nel suo collegio difensivo (oltre ad Antonio De Rensis e Luigi Chiappero) spera quantomeno di ridurre i 10 mesi di stop che gli ha inflitto la Disciplinare. Sperano anche il suo vice, Angelo Alessio (fermato 8 mesi) e tifosi e dirigenti di Lecce e Grosseto, estromessi dalla Serie B e collocati un campionato di categoria inferiore dal Consiglio federale (di fatto la retrocessione in Lega Pro) per le inibizioni di 5 anni dell’ex presidente salentino Pierandrea Semeraro e del patron grossetano, Piero Camilli.
Visto che l’avvio dei campionati è ormai imminente e data l’urgenza di risolvere le questioni relative ai due club le sentenze della Corte di Giustizia dovrebbero arrivare già il 23-24 agosto.
A pochi metri di distanza dalla Corte dove per tutto il giorno è andato in scena il via vai di avvocati, in via Allegri, davanti alla sede della Federcalcio, Emanuele Pesoli prosegue il suo sciopero della fame, incatenato alla cancellata d’ingresso della Figc. Il calciatore del Siena, e l’ex Mantova, Maurizio Nassi, hanno ottenuto ieri l’assicurazione da parte del direttore generale della Federcalcio, Antonello Valentini, di incontrare nei prossimi giorni il presidente Giancarlo Abete.
Ma non basta: Pesoli – che ieri ha ricevuto la visita di una delegazione di Anagni, suo luogo di nascita, guidata del sindaco del Comune ciociaro, Carlo Noto – vuole sensibilizzare i giudici della Corte di Giustizia federale affinchè nel processo d’appello possa avere un confronto con i suoi accusatori: i pentiti Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio. La pioggia e il calo di pressione che lo ha colpito nel primo pomeriggio di ieri alla soglia delle 54 ore di sciopero della fame, non lo hanno fermato: «Vado avanti lo stesso, chiedo un confronto in aula con Carobbio e Gervasoni».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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