Non è finita. Lo dice chiaro Antonio Manganelli, il capo della Polizia italiana. Il capitolo del calcioscommesse che tiene banco oramai quotidianamente da oltre un anno non è affatto chiuso. Non è archiviato. Le indagini sullo scandaloso fenomeno hanno già portato alla luce «alcuni comportamenti scorretti che hanno già portato a clamorose risposte», consentendo in tal caso alle forze di polizia di riuscire a scoperchiare un sistema.
Ma, appunto, non si è ancora alla conclusione: anzi, altri comportamenti «stanno per venire fuori e porteranno a ulteriori risposte, se possibili ancora più clamorose» sottolinea quindi Manganelli. Il capo della polizia non ha glissato sul tema pià che scottante rispondendo ad una domanda sul calcioscommesse nel corso della presentazione della prossima assemblea dell’Interpol che si terrà a Roma.
Manganelli non può certamente dare anticipazioni. Ma le sue parole suonano anche come disamina dei fenomeni nuovi che il settore con i suoi differenti addentellati sta vivendo in questi tempi. Ma torniamo ancora alle parole del capo della polizia che pur ovviamente non parlando delle indagini in corso – oltre alla procura di Cremona sono infatti soprattutto i magistrati di Bari e di Napoli che stanno indagando sul calcioscommesse – fa capire che ci sono ancora diverse situazioni che non sono del tutto emerse e sulle quali è anzi necessario approfondire, fare chiarezza.
Di che cosa si tratta allora? Di un discorso che Manganelli ha fatto spiegando come, a differenza degli anni ottanta, oggi sia diventato molto più semplice per le organizzazioni criminali guadagnare sul mondo del calcio. E dunque commettere degli illeciti.
Sentiamo l’analisi del capo della polizia: «Io non parlerei di calcio truccato tout court – ha detto ancora Antonio Manganelli – ma di un modo diverso negli ultimi anni di interpretare un calcio non corretto: non si scommette sul risultato finale delle partite, che presupporrebbe il coinvolgimento di una parte consistente di una squadra o di entrambe le squadre, ma praticamente su tutto: su chi fa uscire per primo la palla fuori dal campo, su chi batte il primo calcio d’angolo, su chi colpisce per primo di testa».
Dinamiche che, ha quindi concluso il capo della polizia italiana, «nulla hanno a che vedere col risultato finale della gara» e che però allo stesso tempo «offrono grandi opportunità di guadagno» a soggetti e organizzazioni non soltanto italiane.
E che il calcioscommesse sia ormai un fenomeno globale, che muove milioni di euro in tutto il mondo, lo conferma anche il segretario dell’Interpol Ronald Noble intervenuto alla conferenza stampa insieme con Manganelli. «C’è stata una massiccia attività contro diverse organizzazioni responsabili di scommesse clandestine – ha spiegato Noble – e ci sono tantissime indagini in corso nel mondo, con migliaia di arresti soprattutto nel sud est asiatico». Una partita insomma che è ancora da giocare. Ed una sfida decisiva e delicatissima che si deve continuare a vincere.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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