Un lungo giorno in Procura alla Federcalcio, inte rrogatori importati per chiarire diverse posizioni. Due ore di domande per Leonardo Bonucci, quasi altrettante per Matteo Gianello che è il personaggio chiave per la vicenda che coinvolge il Napoli. Interrogati anche Ranocchia, Criscito e Massimo Erodiani, il titolare di un’agenzia di scommesse a Pescara coinvolto nel calcioscommesse.
«Tutto a posto», il breve commento dell’avvocato Chiappero che difende Bonucci, il giocatore della Juve chiamato dal procuratore Palazzi per la presunta combine della partita Udinese-Bari del maggio 2010 – a coinvolgerlo è stato il pentito Andrea Masiello – quando il difensore era in forza al club pugliese. Il giocatore ha lasciato rapidamente via Po quasi senza parlare ma è parso piuttosto provato, un segnale non certo incoraggiante per il futuro.
Eccoci a Gianello e al Napoli. L’ex terzo portiere del club di De Laurentiis ha avuto il via libera dai medici per poter venire a Roma visto che era malato e poco più di una settimana fa aveva presentato il certificato per evitare l’interrogatorio: una colica renale e lo stress gli impedivano di essere nella Capitale. Alle 18.15 Gianello si è presentato, accompagnato dal suo avvocato Eduardo Chiacchio. Poco meno di due ore dopo l’ex terzo portiere degli azzurri e oggi in serie D, al Villafranca, era fuori. Cosa ha detto Gianello ai procuratori? «Ha confermato quello che ha detto alla Procura di Napoli», ha spiegato l’avvocato. Gianello nei mesi scorsi aveva raccontato agli inquirenti napoletani di una presunta combine per Sampdoria-Napoli (1-0 per i liguri) del 16 maggio 2010. Per aggiustare quella partita avrebbe chiesto la collaborazione di Paolo Cannavaro e Grava offrendo denaro. «Cannavaro e Grava diedero immediatamente e con estrema decisione una risposta negativa», ha detto Gianello.
Cannavaro e Grava, che sono stati ascoltati dalla Procura della Figc il 6 luglio hanno smentito il contatto ma Gianello insiste. Di certo quella partita non è stata taroccata ma il secco no del capitano e di Grava non è stato seguito da una denuncia dei due giocatori. Da qui il possibile coinvolgimento del Napoli per responsabilità oggettiva. È un caso particolare, questo, che dovrà essere accertato con cura. Gianello ha detto la verità? Oppure ha millantato perché sollecitato alla combine da chi voleva scommettere? E non avendo il coraggio di proporre la combine ha inventato tutto, ossia il colloquio con Cannavaro e Grava? L’ex terzo portiere, che a Marassi il 16 maggio 2010 non era neppure in panchina, dovrebbe tornare in Procura, ma in quella della Repubblica di Napoli per raccontare la sua verità. Difficile che Gianello ritratti la prima versione, ma qui siamo alla sua parola contro quella di Paolo Cannavaro e Grava che smentiscono il contatto. Tempo per chiarire la questione Palazzi ne ha perché il processo, deferimenti a parte (che non costituiscono condanna o colpevolezza) si terrà non prima di settembre.
Abbiamo detto di Andrea Ranocchia chiamato anche lui per il suo passato al Bari. Il quesito posto all’interista è stato quello su una somma (1700 euro) che Ranocchia avrebbe versato a Iacovelli. Risposta, durata meno di un’ora: servivano per curare un problema di salute. Per quanto riguarda Criscito, invece, il giocatore ha cominciato a difendersi davanti alla giustizia sportiva in attesa che quella penale – ha ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura di Cremona che gli è costata la partecipazione agli Europei – faccia il suo corso. Il difensore dello Zenit, che è implicato per il suo passato al Genoa e in particolare per Lazio-Genoa 4-2 del maggio 2011 non ha parlato. Qualche parola, invece, del suo legale, l’avvocato Rosso: «Criscito ha chiarito la sua posizione».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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