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Calcio scommesse, Doni in galera con lui altri 16: c’è pure Signori

Operazione all’alba: in carcere pure Sartor, Zamperini, Gervasoni e Carobbio. Secondo la procura di Cremona il vertice sarebbe a Singapore. Diverse le partite di serie B coinvolte dal 2009 al 2011

L’onda lunga dell’inchiesta sulle partite truccate legate al mondo delle scommesse ha vissuto all’alba di questo lunedì una pagina scioccante: manette per 17 persone, fra queste diversi calciatori. Su tutti spicca il nome di Cristiano Doni, già squalificato per 3 anni e 6 mesi dalla Giustizia Sportiva. Oltre all’ex capitano dell’Atalanta c’è Giuseppe Signoti, già condannato dalla Giustizia Sportiva in seguito all’inchiesta della Procura di Cremona. E con loro anche altri calciatori, alcuni in attività: gli uomini delle squadre mobili di Cremona, Brescia e Bologna e del Servizio centrale operativo della Polizia, dopo l’ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Cremona, hanno portato in carcere anche Luigi Sartor (ex Parma, Vicenza, Inter e Roma) e Alessandro Zamperini (serie B, Lega Pro), Carlo Gervasoni del Piacenza (attualmente sospeso) e Filippo Carobbio dello Spezia. Alle 10.30 è prevista una conferenza stampa in programma nella questura di Cremona per offrire i particolari dell’operazione. Il vertice dell’organizzazione sarebbe a Singapore e le basi operative nell’Europa dell’Est: è la struttura dell’organizzazione transnazionale scoperta dalla polizia nell’ambito dell’indagine sul calcio scommesse. Secondo la procura di Cremona, al vertice c’era un certo Eng Tan Seet, detto Dan, che attraverso una rete di collaboratori a Singapore e in Europa lavorava per alterare incontri nei campionati italiani e in altri paesi. Sarebbero diverse le partite alterate dei campionati 2009-2010 e 2010-2011 di serie B, secondo quanto accertato dalla polizia nell’ambito dell’indagine sul calcioscommesse. All’inchiesta hanno partecipato anche le squadre mobili di Venezia, Bari e Lecce. Le puntate relative alle scommesse sulle partite combinate, hanno inoltre accertato gli investigatori, venivano effettuate su siti internet collocati prevalentemente in Asia e ritenuti più sicuri per evitare eventuali controlli sulle giocate.

Fonte: Gazzetta.it

La Redazione

M.V.

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