Ha sostanzialmente ammesso tutti gli addebiti l’ex calciatore Luigi Sartor dopo il suo arresto nell’inchiesta cremonese sul Calcioscommesse, in particolare sui suoi rapporti con i gruppo di scommettitori di Singapore. Ed è per questo che è stato posto ai domiciliari dal gip di Cremona Guido Salvini anche se, sottolinea il giudice, Sartor «ha sostenuto di aver agito in “buona fede” e cioè di essere stato convinto di aver intrapreso una attività lecita, dei cui equivoci contorni si sarebbe reso conto solo in un secondo momento. Una pretesa buona fede di Sartor, anche a prescindere dal tenore inequivoco della conversazione con Bellavista (Antonio, ex giocatore del Bari in relazione al tentativo di manipolazione di Inter-Lecce ndr), si colloca al di fuori di ogni criterio di credibilità».
In questo quadro, quindi, non si può parlare di venir meno dei gravi indizi di colpevolezza «ma piuttosto del loro rafforzamento». Ne esce confermato il suo «ruolo definito, da altri indagati, di contabile per conto del gruppo e, come emerge ora più chiaramente, di gestore, pur con alterne vicende, di un ramo d’azienda del cartello di Singapore tramite gli strumenti societari e bancari approntati in Svizzera. «Nonostante ciò – conclude il gip – anche per non creare eccessive disomogeneità con la situazione di altri indagati, può essere accolta la richiesta subordinata di applicazione degli arresti domiciliari perché non è possibile la libertà piena sia in ragione del rischio di reiterazione di analoghe condotte illecite (che nel contesto associativo di cui faceva parte Sartor sono addirittura proseguite dopo l’esecuzione della prima misura cautelare del giugno 2011), sia per la necessità di evitare per quanto possibile in questa fase rischi di inquinamento probatorio grazie a dichiarazioni di comodo o concordate con gli altri soggetti che hanno in parte condiviso con Sartor l’operazione in Svizzera e i contatti con gli uomini di Singapore».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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