Le indagini su questo nuovo filone del calcioscommesse adesso si allargano anche ai dirigenti di alcuni club. L’ipotesi investigativa è tutta da accertare, va chiarito, ma la conferma che i carabinieri stiano verificando il ruolo che avrebbero avuto i vertici di alcune società nelle combine dello scorso campionato di serie A arriva dagli interrogatori di alcuni degli indagati.
E non è tutto perchè nel fascicolo sarebbero finiti anche alcuni ultrà biancorossi che avrebbero chiesto ai calciatori baresi di perdere alcune partite. È questa la sorpresa che sembra riservare l’inchiesta barese sul calcioscommesse all’indomani delle dichiarazioni del capo della polizia, Antonio Manganelli, il quale ha spiegato che dopo aver smascherato «partite truccate» e aver scoperto «il coinvolgimento di tesserati», ora dalle indagini stanno emergendo nuovi elementi e il profilo giudiziario darà «altri risultati».
La conferma che l’inchiesta della Procura sta riguardando anche le società di calcio arriva quindi dagli ultimi interrogatori che sono stati svolti. I carabinieri di Bari avrebbero chiesto ad alcuni degli indagati, in particolare a quelli vicini ad Andrea Masiello (ex difensore del Bari, ora in forza all’Atalanta), se fossero mai entrati in contatto con i dirigenti di alcune squadre, senza specificare – a quanto si è saputo – quali e, pare, senza aver ottenuto fino ad ora delle risposte affermative.
Alla base degli accertamenti che sono stati compiuti fino a questo momento dalla magistratura barese, ci sono anche i contatti telefonici che sono stati ricostruiti attraverso i tabulati, particolarmente intensi alla vigilia delle partite sospette.
I carabinieri del reparto operativo, oltre alle testimonianze e agli accertamenti bancari, hanno infatti in mano i tabulati telefonici dei sette ex giocatori del Bari indagati che confermerebbero i frequenti contatti che questi hanno avuto con loro colleghi alla vigilia di partite importanti e con scommettitori in tutta Italia.
Nove le partite che sarebbero state truccate, sulle quale si scorge anche la mano della mafia barese. Gli interrogatori continueranno nei prossimi giorni.
Intanto, per questa mattina, è stato convocato in caserma uno dei tre ristoratori baresi che risultano tra gli indagati con l’accusa – a quanto emerge dagli atti – di «associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva, in concorso con altri». Si tratta di Onofrio De Benedictis, titolare del ristorante «Il pescatore», a Bari vecchia, un locale spesso frequentato dai calciatori della squadra cittadina indagati.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro