Damiano Tommasi è il presidente dell’associazione italiana calciatori. Ha preso le redini del sindacato di categoria nel maggio scorso succedendo allo storico fondatore dell’Aic Sergio Campana che ha lasciato il vertice dell’organizzazione dopo 43 anni e mille battaglie. Ora Tommasi, ex centrocampista di Verona, Roma, Levante e Queen’s Park Ranger, conosciuto per la sua correttezza in campo e per le attività sociali e filantropiche in Italia e all’estero, è il rappresentante di un mondo nell’occhio del ciclone. Un mondo che spera sia fatta luce il prima possibile punendo i colpevoli e confidando nella giustizia.
Cosa pensa dell’inchiesta della procura di Cremona che sta squassando il mondo del calcio?
«Spero che sia fatta chiarezza prima possibile. Esiste una normativa, chi ha sbagliato deve pagare. Oltre alla legislazione sportiva c’è poi un comportamento etico che si sta violando».
Un ambiente che sembra non accorgersi del dramma che sta vivendo. Se le società puntano al mercato di gennaio pensando solo a dividersi i soldi, come ha denunciato lo stesso presidente del Coni Gianni Petrucci, qual è lo stato d’animo dei calciatori in questo supplemento di inchiesta?
«Non si tratta di un supplemento. I fatti che stanno emergendo sono il prosieguo di quanto abbiamo già vissuto a giugno. Per ora i calciatori coinvolti e ascoltati sono gli stessi e per molti di loro la giustizia sportiva si è già pronunciata con condanne e squalifiche. Per quanto ci riguarda, ripeto: aspettiamo confidando nella giustizia».
Ma ascoltando i calciatori tutti i giorni si nota un certo grado di preoccupazione?
Più che per i giocatori in sé, proccupa il sistema di illeciti e come ha mostrato di poter penetrare. Sono le grandi cifre che genera il mondo del calcio che attraggono chi vuole compiere reati».
Che giudizio dà del comportamento del giocatore del Gubbio, Simone Farina, che ha denunciato il tentativo di combine per l’incontro di coppa Italia contro il Cesena facendo scattare le nuove indagini?
«Che ha dimostrato come ci siano persone che non ci stanno e, giustamente, denunciano il possibile illecito all’autorità giudiziaria permettendo di indagare e andare a fondo nella vicenda».
Si tratta dell’altra faccia della medaglia, un calcio pulito rispetto alla corruzione sollevata?
«Significa che c’è chi si ribella a questa situazione perché il nostro è un mondo fatto di ragazzi seri e professionisti che lavorano e che sanno dire di no. Poi c’è anche chi va contro la legge che giustamente deve essere perseguito e condannato».
Parlare di queste cose fa male o è un modo per sollevare il problema?
«Più si fa chiarezza e più semplice sarà premiare i virtuosi che a questo sistema di cose non vogliono starci».
E se ci fosse un allargamento delle indagini?
«Spero che la giustizia faccia il suo corso prima possibile».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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