Due verità inconciliabili: quella del portiere del Piacenza Mario Cassano, e quelle, anche se con sfumature diverse, dell’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni e del difensore piacentino Carlo Gervasoni. Due verità che potrebbero presto essere messe a confronto con un faccia a faccia tra i protagonisti davanti al gip di Cremona, Guido Salvini, e al pm Roberto Di Martino.
Perchè ieri Cassano, in un’ora e mezza d’interrogatorio, ha negato tutto: le manipolazioni di Piacenza-Mantova del 2009, Siena-Piacenza, Atalanta-Piacenza e Albinoleffe-Piacenza, tutte del 2011. «In occasione di Piacenza-Mantova ero squalificato» ha raccontato con un atteggiamento che agli inquirenti è parso tutt’altro che convincente. Poi ha precisato: «Non ho mai conosciuto Cristiano Doni» e ha smentito il racconto del nerazzurro su quel rigore che ha evitato di parare.
«Quando si è trattato di calciarlo, poco prima mi si è avvicinato il Cassano – aveva detto Doni – che mi ha invitato a tirare al centro. Io sono rimasto un attimo perplesso in quanto avrebbe potuto trattarsi di un brutto tiro per confondermi le idee. Nulla poteva escludere infatti che Cassano, dopo avermi dato il suggerimento rimanesse in posizione centrale per parare. Invece si è gettato di lato con largo anticipo, rendendomi ancora più evidente che effettivamente le cose stavano come mi avevano detto». «Tutto falso» secondo il portiere piacentino che, come ha raccontato il suo legale Francesco Maresca, «aveva parato, muovendosi allo stesso modo, un rigore un mese prima».
Cassano ha anche smentito Gervasoni che aveva anche dichiarato di aver percepito (come il portiere) 20mila euro in occasione di Siena-Piacenza del 19 febbraio del 2011. Del portiere si parlava poi anche in intercettazioni tra i membri del cosiddetto gruppo dei bolognesi. «Cos e che non sono state contestate» ha precisato l’avvocato Maresca. E perchè Doni e Gervasoni avrebbero dovuto accusarlo di cose false? «La custodia cautelare è pesante…» ha tagliato corto il legale.
Oggi sarà intanto il turno, davanti al gip, di Angelo Iacovelli, infermiere factotum del Bari accusato di aver partecipato a 4 combine di serie A: Milan-Bari, Sampdoria-Bari, Bari-Roma e Palermo-Bari. È stato il calciatore dell’Atalanta e prima del Bari, Andrea Masiello, a inguaiarlo. «Iacovelli – ha spiegato il suo legale Andrea Malpignano – parlerà e chiarirà molte cose, come aveva fatto ai pm baresi qualche giorno prima di essere arrestato. La richiesta di arresto per lui era del 24 gennaio, abbondantemente prima che l’infermiere si presentasse ai pm di Bari e di qualche giorno successiva alle dichiarazioni spontanee di Masiello».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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