«Non ho parlato assolutamente con Platini relativamente alle squadre da iscrivere alle coppe europee per la stagione 2012-2013. Sarebbe stato un comportamento improprio. Sono in corso audizioni di tesserati, ma non ci sono deferimenti di società in questo momento collegate con l’ambito internazionale. Uno slittamento dei campionati? Non è prevedibile al momento». Lo ha dichiarato il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, al termine del Consiglio federale, riferendosi alla possibiltà di escludere dalle competizioni europee i club coinvolti nell’inchiesta sul calcioscommesse e a quella di ritardare l’inizio del campionato per fare poi svolgere il processo sportivo. C’è il rischio che i processi ad eventuali club coinvolti (tra questi Lazio, Genoa, Udinese e Napoli, marginalmente coinvolto a causa della vicenda-Gianello) inizino a settembre.
«Non posso prevedere percorsi che non sono all’interno della mia titolarità – ha spiegato Abete -. Il 1° giugno abbiamo inviato all’Uefa la lista delle società che hanno titolo a partecipare alle competizioni europee e il 15 è arrivata la conferma della Uefa delle società iscritte a Champions e Europa League. Sarebbe incomprensibile e pericoloso se si lavorasse per ipotesi». Abete ha poi precisato che l’Uefa tende a «responsabilizzare le federazioni», ma poi «si riserva un’autonoma decisione». «Bisogna garantire i diritti della difesa, ma questa non è giustizia sommaria», ha aggiunto il numero uno della Figc. Riguardo all’ipotesi di far slittare l’inizio del campionato ha invece spiegato che «non c’è nessun timore sullo slittamento dei calendari e che al momento non è assolutamente prevedibile: vorrebbe dire che avremmo fatto una calendarizzazione che non spetta al soggetto politico».
Sui presidenti proprietari di club in categorie inferiori, Abete ha detto: «Troveremo una soluzione tecnica per il caso di Lazio e Salerno. Non ci sarà nessun problema e il club campano potrà iscriversi al campionato di Seconda divisione. In linea generale invece il problema è più complesso perchè c’è una norma statutaria e un’eventuale modifica deve essere decisa dall’assemblea». Moratoria di sei mesi concessa al Salerno, di cui il presidente della Lazio, Lotito, detiene il 50% delle azioni. Dovrà essere l’assemblea a trovare la più opportuna soluzione, anche perché le posizioni all’interno del Consiglio federale sono differenti.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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