“Ho accettato questo incarico perché penso ci siano una sfida bellissima: la trasformazione attiva della Serie A, in una media company competitiva su scala internazionale”. La missione di Paolo Dal Pino, 58enne manager delle telco e neo presidente della Lega Serie A, è stata messa nero su bianco fin da subito, nella prima conferenza stampa dopo la sua elezione: massima attenzione all’immagine internazionale del campionato italiano. Un elemento su cui la Lega è rimasta ferma negli ultimi anni, mentre gli altri tornei correvano.
Basta dare uno sguardo ai ricavi da diritti tv per l’estero dei top campionati. Nel corso dell’attuale contratto, la Premier League inglese incassa 1,7 miliardi di euro a stagione (stando ai dati Uefa) mentre la Liga spagnola riceve 1,5 miliardi l’anno, poco meno di quattro volte i numeri che fa segnare la nostra Serie A (371 milioni l’anno nel triennio 2018/21), seppur meglio di Bundesliga (280 milioni annui) e Ligue 1 (80 milioni annui).
Numeri quasi raddoppiati per l’Italia rispetto al triennio precedente (191 milioni annui), in cui il cartello IMG-MP Silva-B4 aveva creato un danno come spiegato dall’Antistrust, ma ancora decisamente lontani da quelli dei top campionati. E lo stesso vale anche per la Supercoppa, che in Italia è organizzata dalla Lega e farla giocare in Arabia Saudita è valsa 7,5 milioni in ricavi contro gli oltre 50 milioni della Supercoppa di Spagna, organizzata dalla Federcalcio spagnola con un format in stile final four.
“Sappiamo quanto prende la Liga dai diritti internazionali, non so se e come saremo in grado di far crescere i ricavi internazionali ma stiamo già lavorando – le parole di Dal Pino -. Ci vuole più presenza della Lega di A, devi vendere e poi essere in giro per il mondo a portare leggende in campo, parlare con operatori”. Temi su cui la Lega, come detto, sta già lavorando, a partire dalla presenza all’estero: il primo ufficio è stato aperto a New York, ne saranno aperti altri a Londra, Shanghai e Doha. Ma anche qui la Serie A arriva ultima, con la Liga che ha già 10 uffici fuori dalla Spagna con 41 persone e altri 46 delegati per raggiungere complessivamente 84 paesi.
Fonte: CalcioeFinanza.it
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