Emanuele Calaiò, ex calciatore di Napoli, Parma e Siena è protagonista di una vicenda dai contorni poco chiari riportata da Campania Football e ripresa da Il Fatto Quotidiano.
In un primo momento ammesso a partecipare al corso per direttori sportivi a Coverciano con tanto di fanfara promozionale anche sul sito della Figc che ne sottolineava la partecipazione, ci si è accorti solo successivamente alla indagine di Angelo Sorrentino che l’ex centravanti non poteva partecipare perché nel corso della stagione sportiva precedente, come recita il bando di ammissione, all’inizio del corso stesso ha subito una squalifica superiore ai 90 giorni (punto 10 comma a). Ricordiamo infatti che Calaiò nella stagione 2018-19, quando militava nel Parma, ha subito in primo grado una squalifica del Tribunale Federale Nazionale di ben 2 anni, successivamente ridotta fino al 31/12 del 2018 (quindi ben oltre i 5 mesi) e accompagnata da una corposa multa di euro 30.000,00.
Si poteva rimediare con una semplice quanto italica (dove stanno gli organi di controllo?) ammissione di colpa lieve: “Scusateci, c’è stato un errore ma Calaiò non fa parte degli allievi del corso di DS”.
Dopo 8 mesi dall’inizio del corso (sospeso durante il periodo del lockdown) ed a soli due mesi (prossimo ottobre) dal termine del programma formativo c’è stata da parte della Figc, a firma di Demetrio Albertini, la revoca dell’ammissione.
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