Ci sono ex ed ex. Calaiò sicuramente è nella categoria degli ex speciali. Napoli da sempre è stata la sua seconda città, una delle squadre che ha amato di più, da sempre. Lui, palermitano di nascita, uomo del sud, a Napoli non ha avuto problemi d’inserimento, si è trovato subito alla perfezione. E con il Napoli ha firmato pagine indimenticabili, fu uno degli artefici principali della risalita dalla C alla A, della doppia promozione consecutiva.
L’arciere del gol segnò tantissime reti decisive. Diciannove gol in serie C1, sedici in serie B, un’infinità. Emanuele è stato il bomber degli anni difficili, quelli della risalita al vertice, i primi anni dell’era De Laurentiis. Nel primo campionato di A giocò anche un paio di partite e segnò tre reti, poi il trasferimento al Siena, in provincia, dove ha continuato a segnare: un bomber implacabile, diventato poi anche capitano e uomo simbolo dei bianconeri. Eppure a gennaio scorso non riuscì a dire no alla chiamata del Napoli: la società e Mazzarri l’avevano indicato come rinforzo del reparto avanzato, come alternativa a Cavani. Un ritorno graditissimo. Poche presenze, però. Anzi pochissime, anche perchè il Napoli venne eliminato dall’Europa League, in quella che poteva essere la sua vetrina. Fuori agli ottavi contro il Viktoria Plzen e così per Calaiò gli spazi si ridussero ulteriormente. Un’annata che comunque ricorda con grande piacere perchè il Napoli fino all’ultimo è rimasto in corsa per lo scudetto. Ha giocato poco ma è stato un grande professionista nel gruppo.
Quest’estate l’arrivo di Benitez a Napoli: l’addio di Cavani e l’acquisto di Higuain, poi l’attesa per l’arrivo di un altro attaccante come vice Pipita. La scelta è ricaduta sul colombiano Zapata e Calaiò, dopo il ritiro a Dimaro e le amichevoli precampionato, ha chiuso la sua avventura a Napoli. Negli ultimi giorni di mercato l’arrivo nel Genoa, subito titolare in coppia con Gilardino. L’esordio con gol nella partita più importante, il derby contro la Sampdoria: Calaiò firmò la rete del 2-0, poi i rossoblù segnarono anche la terza rete. Il modo migliore per farsi accogliere alla grande dai nuovi tifosi. Martedì il ko a Udine, la sua deviazione in barriera sulla punizione a giro di Di Natale: l’autogol, trasformato dalla Lega in gol per Totò, in base alle nuove regole. Niente macchia di autoreti, quindi, e ora la grande attesa per la sfida contro il Napoli, quella che è la sua partita, una sfida che sentirà ancora di più nel ritorno al San Paolo.
L’arciere del gol, un pericolosissimo avversario. Britos lo conosce bene, l’anno scorso tante partitine in gruppo. Il faccia a faccia Calaiò-Napoli, un ex speciale, un attaccante da controllare con attenzione: trentun anni e 132 reti in carriera. Ma non vuole fermarsi qui.
Fone: Il Mattino
La Redazione
L.C.
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