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Calabrò, toga in campo: «Un messaggio da Balotelli avrebbe un peso enorme»

Pronti anche noi magistrati a giocare come a Palermo quando ricordammo Falcone e Borsellino

Piero Calabrò giudice a Monza e capitano della nazionale magistrati. Juventino da sempre e opinionista tv di chiara fede. Da uomo di legge prende subito posizione: «È una cosa bellissima che la Nazionale vada a giocare contro la squadra simbolo della lotta al racket e ai clan della camorra. A Prandelli ho già fatto i complimenti. Anche noi siamo pronti a venire a Quarto».
Giudice Calabrò, quanto importanti sono queste presenze in territori così esposti all’omertà e alla criminalità organizzata?
«Enormi. Coinvolgere i tessuti sani della società e soprattutto quei personaggi che più stanno a cuore ai giovani è fondamentale per andare in profondità nella lotta alle mafie».
Nella partita del cuore giocata a Palermo, in porta c’era Totti?
«E così: siamo stati in Sicilia, il 23 maggio, vent’anni dopo le stragi di Capaci e Via D’Amelio per ricordare i giudici Falcone e Borsellino. E abbiamo fatto giocare il romanista, che è simbolo-positivo per tantissima ragazzi. Perché il calcio è uno strumento importante per mandare segnali penetranti ai più giovani e ai territori in cui essi vivono».
Il calcio da sbattere in faccia alla camorra, al malaffare e alla corruzione?
«Vero e non è retorica. Quando un campione scende in campo spendendo la propria immagine, l’effetto è assai positivo: i ragazzi danno per scontato che un magistrato o un carabiniere dicano certe cose… Se è Balotelli o De Rossi a far capire con la loro presenza che la camorra fa schifo, è che è un male da debellare, il messaggio viene percepito in maniera più nitida anche perché il linguaggio dei giovani è immediato».
L’argento olimpico Occhiuzzi, la Nazionale di Prandelli: tutti si sono mobilitati per la squadra antiracket «Nuova Quarto per la legalità».
«E anche noi siamo pronti a venire in Campania a dare il nostro sostegno. Aspettiamo solo che ci invitino».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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