Che Pasqua ragazzi. Dopo aver addirittura rischiato di perdere, il Napoli è risorto e ha vinto la seconda partita consecutiva confermando la forza di un gruppo mai domo. Così come contro l’Atalanta, la squadra azzurra non si è mai arresa sul ritorno degli avversari e ha incassato un successo che ha tenuto a debita distanza il Milan (vincente nel pomeriggio in casa del Chievo Verona). È stata emozionante la partita del “Comunale”. Il Napoli è stato superiore ma incredibilmente ha permesso al Toro di rientrare sistematicamente in partita dandogli la possibilità di passare in vantaggio a dieci minuti dalla fine grazie ad un erroraccio di Britos. Ventura e i suoi, però, non avevano fatto i conti con un certo Edinson Cavani. Partito dalla panchina, il Matador è stato buttato nella mischia al momento opportuno e dopo aver causato un calcio di rigore si è ricordato di essere un grande bomber e ha piazzato, nel giro di pochi secondi, le zampate vincenti. Il primo grazie ad una punizione magistrale, il secondo con un colpo di testa su assist di Armero. E meno male che non si è mai allenato con il Napoli e si era stancato nel viaggio di ritorno dal Cile. Aveva avuto giusto il tempo di parlare con Mazzarri venerdì sera in albergo. Il tecnico gli aveva spiegato che non era il caso di farlo partire titolare vista la sfacchinata. A malincuore il Matador ha detto sì. Quando è stato il suo turno, però, ha risposto nuovamente presente griffando una doppietta che lo avvicina sempre di più al titolo di capocannoniere della serie A. Ben ventidue i gol in campionato, novantasette con la maglia del Napoli. Nella notte del Sabato Santo non si può dimenticare la tripletta di Dzemaili. Nello stadio che lo ha visto “rinascere” ai tempi del Toro, Blerim Dzemaili si è portato a casa il pallone della gara per aver siglato una tripletta storica, la prima della sua carriera. Lo svizzero, sostituendo per la seconda volta consecutiva il connazionale Inler, è stato unico nel suo genere. Ha confezionato tre perle che resteranno negli archivi storici del mondo pallonaro. Il primo dalla distanza, il secondo di piatto in area e il terzo d’effetto: di più non poteva chiedere questo ragazzo che ad un certo punto voleva andare via a gennaio perché non si sentiva titolare. Mazzarri l’ha convinto a restare assicurandogli che prima o poi sarebbe arrivato anche il suo momento. E così è stato. In questa Pasqua di resurrezione vanno tirate le orecchie ai difensori. «Ci stavamo facendo male da soli», ha detto Mazzarri. In una partita dominata sotto tutti i punti di vista non si può rischiare di perdere facendo dei regali agli avversari. Nessuno vuole mettere alla gogna Britos, ma un calciatore della sua esperienza, in un momento topico della stagione, non può sbagliare così tanto. A salvarlo è stato il suo amico uruguaiano Cavani, ma se fosse finita 3-2 per il Toro avrebbe vissuto una settimana abbastanza difficile. Fortunatamente non è andata così e alla fine c’è stata la festa negli spogliatoi del Comunale. Tutti insieme si vivrà una Pasqua serena con la speranza che Mazzarri aggiusterà qualcosa in questa settimana che porta ad un’altra finale, quella contro il Genoa che è ancora in lotta per non retrocedere. Ma con un Cavani ritrovato e un Dzemaili in gran condizione si può veramente pensare positivo.
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