Così non va. Inutile accampare sempre alibi quando non si vince. Statistiche mazzarriane a parte, il Napoli è ufficialmente in crisi. La sconfitta in casa del Chievo ha messo la ciliegina sulla torta ai quattro pareggi consecutivi precedenti che hanno evidenziato le difficoltà di un gruppo che non ha saputo gestire le pressioni e soprattutto non ha avuto la forza tecnico-tattica per tenere il passo della Juventus. Non ce ne voglia il tecnico dei partenopei, ma se i suoi ragazzi continuano ad avere uno scarso approccio alle partite, qualche problema c’è. Sarebbe il caso di portare meno fogli in sala stampa per evidenziare la crescita rispetto all’anno scorso e cercare di migliorare assolutamente il gioco di una formazione che ha perso la bussola e lo spirito battagliero dei vecchi tempi. Non ci sono scuse che tengano per il ko del Bentegodi. Il Napoli è stato messo sotto da avversari modesti che hanno fatto della grinta la loro arma migliore. Dramè avrà anche segnato il gol della domenica, e Thereau sarà partito pure in fuorigioco in occasione del raddoppio, ma una big che si ritiene tale non può farsi mettere sotto in quel modo. Le partite durano novanta minuti ma se ne regali quarantacinque poi diventa difficile avere la meglio. «Ci affrontano come se fossimo il Barcellona», ha chiosato Maggio. Magari, verrebbe da dire. Ma non è così. Gli azulgrana saranno pure in crisi di risultati ma non perderebbero mai un match con l’Osasuna o il Granada. La vera crescita si vede quando partite come quelle contro il Chievo si vincono anche se chi sta di fronte ha il coltello tra i denti. Il rigore sbagliato da Cavani è l’emblema dello stato attuale del Napoli. Il Matador avrebbe potuto riaprire la partita ed invece ha calciato il pallone tra le braccia di Puggioni. Non ha fatto alcun miracolo il portiere di casa, si è limitato semplicemente a deviare un tiro telefonato di un top player fuori fase. «Abbiamo solo tre campioni, il resto siamo tutti operai», ha ricordato Maggio. Ci può anche stare ma se i big vengono meno nei momenti topici allora c’è poco da stare allegri. Anche De Sanctis giovedì scorso disse la stessa cosa dell’esterno. Vuoi vedere che si cominciano a mettere le mani avanti per trovare eventualmente un alibi a ciò che sta accadendo? Ci auguriamo di no, altrimenti veramente saremmo alla frutta. Con lo scudetto ormai andato, la Juve è a +9, si deve cercare di tenere lontano il Milan. Il Diavolo, con qualche aiutino arbitrale, si è portato a -2 dagli azzurri e non ha alcuna intenzione di mollare il pass che porta direttamente alla Champions senza passare per i preliminari. Proprio per questo motivo si deve aggiustare il giocattolo Napoli per evitare di perdere incredibilmente l’accesso alla massima competizione internazionale. È giunto il momento che ognuno si prenda le sue responsabilità ma soprattutto si devono evitare le spaccature all’interno dell’intero ambiente azzurro. Inutile dire che le critiche si sprecheranno in questa settimana ma sarebbe il caso che De Laurentiis intervenisse per far sentire la sua presenza nello spogliatoio. È in questi momenti che una figura forte come don Aurelio può fare la differenza. Solo tutti insieme si può uscire dal tunnel della crisi, in caso contrario si rischia il fallimento dell’intera stagione. E non conviene a nessuno.
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