Caiazza: “Marekiaro, campione maturo”

Sarà anche bello vincere soffrendo, ma sarebbe opportuno chiudere le partite un po’ prima. Altrimenti si rischia l’infarto fino al triplice fischio finale. E non solo. Sì, perché se Faraoni fosse stato un po’ più preciso a tempo scaduto, a quest’ora ci staremmo mangiando le mani. Fortunatamente il Napoli ha resistito a denti stretti mettendo in cassaforte altri tre punti importanti che gli permettono di restare primo in classifica assieme alla Juventus.  L’aveva detto Mazzarri alla vigilia che l’Udinese era la peggiore avversaria da affrontare in questo momento. Caricata dal successo in casa del Liverpool, era venuta al San Paolo per cercare di confermarsi e fermare la corsa degli azzurri. Stavolta la bestia nera Guidolin non c’è riuscito La voglia di vincere degli azzurri è andata oltre ogni cosa, ci hanno messo tutti il cuore e alla fine sono stati premiati. Sarebbe stato un peccato non sfruttare questa grande occasione casalinga. Ma non era scritto da nessuna parte che si sarebbe dovuto vincere per forza. Ormai si è capito che il campionato è molto equilibrato e di conseguenza ogni avversaria può fare lo scherzetto a chi ha intenzione di conquistarsi un posto al sole.  Nella domenica del digiuno di  Cavani è salito in cattedra Hamsik. Mai Marekiaro aveva avuto un inizio così spumeggiante da quando gioca nel Napoli. Al di là del gol, è stato una spina nel fianco dell’Udinese e ha fatto tremare i difensori bianconeri ogni qualvolta che prendeva la palla. Chissà se a caricarlo sia stata la fascia di capitano che indossava al posto di Paolo Cannavaro. Sta di fatto che là in mezzo ha dettato legge, nelle ripartenze è stato determinante: Peccato che non sia riuscito a segnare anche un secondo gol. L’avrebbe meritato tutto. C’è poco da fare, questo ragazzo (non tanto più) è un top player, è cresciuto incredibilmente da un anno all’altro. «Mi sta sorprendendo», ha detto Mazzarri alla fine della partita. E come dargli torto… Marek sta avendo una continuità incredibile ma sta giocando soprattutto per  la squadra. L’egoismo non gli appartiene, anzi vive per il bene del gruppo. Ed è questo che lo fa diventare sempre più leader del Napoli.  Impossibile non pensare ancora alla partita del 20 ottobre in casa della Juventus. Mancheranno anche quindici giorni al big-match di alta classifica e nel frattempo giocherà la  Nazionale, ma la città già freme. C’è la possibilità di dare un grande dispiacere alle nemica di sempre  calcistica andandola a battere in uno stadio che è diventato un vero e proprio fortino. L’anno scorso la Signora ha costruito la vittoria del campionato tra le mura amiche. Ma prima o poi dovrà perdere. E considerato che oggi l’unica vera anti-Juventus di inizio stagione è il Napoli, allora si deve essere ottimisti e pensare che questo gruppo potrà ripetersi anche contro i campioni d’Italia. A patto che arrivi un arbitro  sereno, esperto e che non abbia timori riverenziali nei confronti dei bianconeri. Altrimenti si rischia di fare   la fine di Pechino.

Fonte: Il Roma

La Redazione

M.V.

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