Ha ragione Mazzarri quando dice che il suo Napoli non è da primo posto in classifica. Una squadra che punta a “quella cosa lì” non può “rifiutare” il regalo fatto dal Catania dopo 88 secondi di partita. Essere in superiorità numerica per novanta minuti e rischiare di perdere nel finale fa pensare che Cannavaro e compagni non siano ancora maturi per mettere paura alla Juventus. Non ci sono alibi per la brutta partita del “Massimino”. Gli azzurri scesi in campo erano tutti belli freschi, visto che giovedì in Europa League erano andati in campo altri calciatori. L’unico superstite era Aronica, il resto aveva riposato tra panchina e tribuna. Nonostante ciò si è giocato male e paradossalmente si è sofferto più degli avversari che avevano un uomo in meno. Gli etnei hanno dalla loro il fatto di essersi difesi con ordine e di non aver mollato di una virgola dopo l’errore incredibile di Alvarez subito dopo il fischio d’inizio. L’espulsione dell’argentino ha fatto pensare ad una domenica tranquilla nello stadio tabù. Ed invece la Mazzarri band è stata capace di rendersi la vita difficile permettendo agli avversari di sognare l’impresa. Se De Sanctis non avesse superato se stesso, e se il palo non avesse detto di no a Gomez, a quest’ora staremmo parlando addirittura di una sconfitta. Forse sarebbe stato meglio, il Napoli avrebbe fatto un bagno di umiltà capendo che in serie A le occasioni vanno sfruttate altrimenti si resta sempre indietro. Mazzarri, comunque, ha detto che si farà sentire questa mattina nello spogliatoio. Si è dannato tanto dalla panchina, ad un certo punto si è seduto sconsolato perché non riusciva a vedere il suo Napoli in campo. «Spero solo che sia stata una giornata storta», ha detto l’allenatore al termine dell’incontro. Sì perché non ha funzionato nulla. Il Catania si è difeso bene ma qualche spazio l’ha lasciato. Ed era in quel momento che si doveva approfittare ed invece c’è stata tanta confusione. In tanti erano fuori forma, da Pandev ad Hamsik per non parlare di Inler. Cavani ha cercato di sfruttare le sue qualità ma è stato limitato dalla difesa. L’unico a dare un po’ di vivacità è stato Insigne. Lorenzinho, piazzato a sinistra dell’attacco, ha provato a sfondare ma non è stato mai ben assistito. Ad un certo punto Mazzarri ha voluto imitare Mourinho buttando nella mischia anche Vargas ma non è cambiato niente. Anzi, con tutti i quattro punteros in campo è mancato l’equilibrio e per poco non si faceva harakiri. Dalla sfida di Catania è uscito fuori che il Napoli, quando deve impostare, non sa farlo nel migliore dei modi. L’arma vincente sono le ripartenze e con un Catania tutto arroccato non ci sono state le idee giuste per creare varchi. È la solita solfa ma nessuno se ne esca che ieri ci voleva uno come Lavezzi. Sarebbe servita, invece, una squadra capace di dimostrare la sua forza senza farsi imbrigliare da buoni calciatori ma non fenomeni. L’anno scorso si perse il treno Champions proprio contro le piccole, in questa stagione non si possono gettare punti a destra e a manca altrimenti si rimane sempre allo stesso posto e il famoso salto di qualità va a farsi benedire. Comunque, bisogna scrollarsi di dosso subito la delusione perché non c’è tempo di piangere sul latte versato. Certo, si dovesse giocare così anche contro la Lazio sarebbe da suicidio. Ma il Napoli con le big sa il fatto suo.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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