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Cagliari-Fiorentina 1-0: Un rigore di Pinilla decide la gara. Stop viola dopo 6 risultati utili

Non può andar sempre male. Dopo tre sconfitte di fila il Cagliari respira. Il finale non è triste e solitario come col Milan, ma rabbioso e carico di cuore. Ci pensi bene Cellino a innamorarsi dell’affascinante Premier (ormai ha la testa sul Leeds) cedendo questo patrimonio. La squadra in una situazione che definire assurda è poco, sta dando l’anima per una salvezza che diventa più vicina. La Fiorentina, invece, dopo il pari interno col Genoa, preoccupa per involuzione, atteggiamento, supponenza, attacco incapace di incidere. Anche se l’ultima sconfitta era datata 8 dicembre 2013. Stessa data dell’ultima vittoria del Cagliari: col Genoa.

PER LA COPPA — Che Montella giochi al risparmio per preservare un gruppo che deve affrontare nove partite in un mese, inserendo l’Europa League e soprattutto le due semifinali di coppa Italia con l’Udinese, si capisce immediatamente. Le scelte iniziali lasciano fuori Pasqual, il recuperato Borja Valero, Cuadrado che, debilitato dall’influenza settimanale, non può andare a cento all’ora come al solito e l’atteso Joaquin. Al suo posto fiducia a Ilicic che nel primo tempo fa scena muta come il resto della squadra, praticamente inguardabile. L’unico che mette ordine e dà qualità è Pizarro, mentre Aquilani non ripete l’exploit di domenica sera contro il Genoa. In un tardo pomeriggio che sembra organizzato per il pareggio perfetto, al minuto 38 Roncaglia si fa ingannare dal bel gioco di gambe dell’ottimo Sau (che ai viola piace eccome) e lo mette giù. Per Mazzoleni e per tutti è rigore: Pinilla non fa come a Verona col Chievo: la mette bene e il Cagliari è in vantaggio.
RIPRESA — Nel secondo tempo Montella cerca di rimettere a posto le cose. La Viola è meno presuntuosa e supponente rispetto alla prima parte, Borja Valero e Jaquin danno qualcosa in più, ma l’unica parata l’ex Avramov la compie su un colpo di testa di Gonzalo Rodriguez. Poi ci prova anche Pizarro. Ma è l’attacco che non punge: Matri, dopo il brillante esordio di Catania, resta ancora a secco ingabbiato nella morsa di Rossettini e Astori. Il Cagliari, invece, lo cambia tutto, dando spazio oltre all’uruguagio ex viola Vecino appena arrivato, anche a Nenè e al govanissimo brasiliano Adryan. Che qualcuno già ha definito il nuovo Zico. Vedremo. Per ora si gode un successo strameritato. Peccato che in uno stadio così lo spettacolo sia solo per pochi intimi.
Fonte: gazzetta.it
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