Il coordinatore degli osservatori del settore giovanile del Napoli Luigi Caffarelli ha rilasciato un’intervista al settimanale d’informazione Casoriadue:
Tra la magica era maradoniana e quel new deal azzurro che sta gradualmente riportando il Napoli ai vertici del calcio nazionale ed in una posizione di primo piano nella vetrina continentale ci sono circa tre lustri all’insegna dei bocconi amari; dalle cessioni eccellenti ai risultati sportivi via via sempre più scadenti fino a giungere alle due retrocessioni in B, al fallimento e alla successiva ripartenza dagli infernali campi della C.
Nonostante questo percorso tortuoso vi è chi, come Luigi Caffarelli, ha mantenuto una certa continuità di rapporti con quella maglia azzurra già omaggiata con 9 reti in 101 presenze collezionate tra il 1983 ed il 1987 continuando, dopo aver chiuso la carriera agonistica nelle serie minori, a collaborare con la squadra che lo ha lanciato nel grande calcio. E’ così che il ragazzo definito in illo tempore da Italo Allodi “il più sudamericano dei napoletani” ha avuto modo di cimentarsi sia come allenatore delle giovanili partenopee che nelle attuali vesti di responsabile scouting del settore giovanile, ruolo cardine in un progetto come quello di Aurelio De Laurentiis in cui la valorizzazione dei prodotti della cantera rappresenta un elemento di primaria importanza nell’ottica di una crescita esponenziale finalizzata a competere con le grandi del calcio europeo.
Abbiamo rivolto a Caffarelli qualche domanda relativa al suo attuale ruolo nella società azzurra concedendoci poi un piacevole amarcord relativo a quel Napoli delle meraviglie che conquistò il primo scudetto nella stagione 1986-87, successo a cui Caffarelli contribuì con una doppietta al Como ed un gol a Marassi contro la Sampdoria rivelatisi in entrambi i casi decisivi per la conquista dell’intera posta.
Nell’ambito del suo ruolo di coordinatore degli osservatori del settore giovanile reputa che ci siano ragazzi pronti a spiccare il volo nel grande calcio?
“Grazie al lavoro svolto da Giuseppe Santoro ci stiamo godendo le prodezze pescaresi di Lorenzo Insigne a cui vanno sommate le buone prestazioni fornite da Ciano e Maiello in quel di Crotone. Per adesso ci godiamo loro, e non è poco!”.
Passiamo alla sua esperienza da calciatore azzurro: in quale calciatore attuale si rivede Luigi Caffarelli?
“Nel rispetto dei ruoli credo che Christian Maggio sia il giocatore in cui mi rivedo maggiormente”.
Da buona ala col vizio del gol ci fa sorgere spontanea un’altra domanda: dei suoi 9 gol in maglia azzurra quale le è rimasto maggiormente nel cuore?
“Quello che è rimasto nel cuore un po’ a tutti i tifosi azzurri. Il gol segnato al Torino su pregevole assist di rabona di Diego” (campionato 1985-86 nd).
Ha ancora contatti con Diego e con i suoi ex compagni di squadra?
“Diego l’ho rivisto qualche anno fa tramite Salvatore Bagni, ma i rapporti più fitti sono con lo stesso Bagni e soprattutto con Volpecina, Bruscolotti e Carannante”.
Chiudiamo con una domanda da un milione di dollari, il tormentone del momento: lei che ha giocato con Maradona e che, da addetto ai lavori oltre che da appassionato di calcio, ha modo di seguire Messi chi reputa più forte?
“Messi deve indubbiamente crescere ancora e dimostrare col tempo di poter ambire allo scettro di miglior calciatore di tutti i tempi. Sarei curioso di vedere quale contributo possa dare Messi in una piccola squadra, in una provinciale; più realisticamente credo che solo ripetendosi in una squadra diversa dallo stellare Barcellona e/o risultando decisivo anche in Nazionale, cosa che Diego fece alla grande trascinando alla vittoria dei mondiali messicani una squadra non certo trascendentale, Messi possa entrare seriamente in competizione col grande Maradona”. Pensiero comune a gran parte di coloro che hanno avuto la fortuna di veder giocare entrambi, insomma.
Salutato Caffarelli il pensiero corre ad un calda serata pre-estiva in cui lo stadio San Mauro di Casoria si riempì come un uovo per accogliere una festa scudetto che pochi nella nostra città hanno dimenticato. Chi scrive aveva sei anni ed in quell’occasione vide per la prima volta “de visu” Diego Maradona, invitato per l’occasione insieme allo stesso Caffarelli e all’altro napoletanissimo Ciro Muro. Mai più da allora il nostro attualmente decrepito stadio ha conosciuto una simile passione, così come l’intera tifoseria partenopea fibrilla sperando di rivivere un giorno quei momenti grazie alle prodezze dei suoi “tenori” e, magari, di qualche giovanotto napoletano scovato dagli scout azzurri ed adeguatamente plasmato a misura di prima squadra.
Chiudiamo così. Con un augurio per la nostra città, per la squadra azzurra, per la tifoseria intera e per lo stesso Caffarelli nel suo attuale ruolo in seno alla società. Ad maiora!
Fonte: Francesco Russi per Casoriadue
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