«Benitez o non Benitez questo Napoli può arrivare molto in alto: è la squadra nel suo complesso, quella che ha costruito De Laurentiis, che non deve temere Arsenal, Borussia Dortmund e Marsiglia. Io ai tecnici stregoni non credo e non ho mia creduto: la differenza la fanno sempre quelli che vanno in campo». Antonio Cabrini, attuale ct dell’Italia femminile, è uno degli eroi dell’Italia Mondiale nel 1982 e con la Juve ha vinto Coppa Campioni, Coppa delle Coppe e Coppa Uefa.
Cabrini, le tre italiane in Champions League in gironi non proprio facili facili?
«Non siamo un calcio morto. E poi sinceramente non credo che la Juve e il Milan abbiano molto da lamentarsi: non penso che Conte e Allegri possano avere paura del Galatasaray o del Celtic…».
Il Napoli è in un terreno minato?
«Era in quarta fascia e quando hai il ranking basso sulla carta incontri solo squadre più forti di te. Ripeto, sulla carta…».
Mentre nella realtà?
«Il Borussia Dortmund finalista dello scorso anno in Champions è senza dubbio l’avversario più insidioso: i tedeschi sono una squadra bella, giovane e pazzescamente veloce che nelle ultime stagioni ha fatto davvero impazzire tutti in Germania e in Europa».
C’è un tale Lewandowski là davanti?
«Beh, sarà bello assistere al duello con Higuain».
Poi ci sono Marsiglia e Arsenal.
«I Gunners tra le formazioni inglesi sono la migliore che il Napoli potesse pescare: penso che affrontare Mourinho o le due squadre di Manchester sarebbe stato assai peggio».
Insomma, il Napoli può passare il turno?
«Se non sottovaluta il Marsiglia e l’Arsenal… le squadre francesi non si sa perché tutte le prendono sotto gamba: la Ligue è un campionato di altissimo livello e i marsigliesi hanno un progetto serio che ruota su un tecnico che stimo molto, Elie Baup. Non a caso sono già a punteggio pieno».
Si confrontano tecnici e filosofie diverse, dei giganti delle panchine?
«Certo. Benitez la Champions l’ha vinta, Wenger l’ha sfiorata con l’Arsenal in una finale che perse contro il Barcellona a Parigi, Klopp ci è arrivato vicino pochi mesi fa a Wembley. Insomma, tre veri maestri. Anche se la differenza in campo la fanno sempre i calciatori. Sono loro a fare le fortune di un tecnico».
Quante chance dà al Napoli di passare il turno?
«Tantissime. Guardate che giocare nella bolgia del San Paolo è difficile anche per i fenomeni di Klopp e Wenger. Perché in casa, al San Paolo, le potrebbe vincere tutte: credo che pochi altri stadi sono peggiori di quello di Napoli. Una tifoseria che sa esaltarsi in occasioni di questo genere».
Abbiamo solo tre squadre in Champions, però…
«Perché per molti anni siamo stati una nazione che nel calcio ha pensato sempre di essere superiore a chiunque, e ha snobbato l’Europa League. Però non è così».
Sicuro non sarà un disastro in Champions, contro Real Madrid e Barcellona per Juve e Milan?
«No, perché le nostre squadre restano più equilibrate. Magari giocano peggio, però possono trovare il modo di vincere. Ripeto, Napoli, Juve e Milan possono farcela in blocco. Poi dopo viene il bello».
Prima di tuffarci nel futuro, proviamo a leggere il percorso del Napoli.
«Gli azzurri non hanno ancora la Champions nel loro dna, sono a una delle prime partecipazioni a questa competizione. Ma ho negli occhi le gare degli azzurri contro Bayern Monaco e Manchester City di due anni fa: quello era un girone di ferro, non questo».
La corsa-scudetto può intralciare il cammino del Napoli in Champions o viceversa?
«Benitez deve essere bravo a gestire al meglio le energie: ma fossi negli azzurri metterei davanti a tutto il campionato».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
L.D.M.
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