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Bye bye America’s Cup, nel Golfo arrivano i dinghy

In acqua dal 27 al 30 le storiche barche per la Coppa Alisio organizzata dal Savoia

Dalla fibra di carbonio al mogano, dalla vela rigida a quella classica. Gli ingredienti sono gli stessi: vento e mare; ma il fascino dei dinghy classici non ha eguali e anche i velocissimi catamarani di Coppa America da circus mondiale devono inchinarsi alla storia.
Gioielli con ordinate in rovere e finiture in legni pregiati, nati nel 1913 quando l’inglese George Cockshott vinse il concorso bandito dalla Boat Racing Association per una deriva semplice, economica, di facile e molteplice impiego. Nasce così il «Dinghy 12’», la più piccola classe monotipo internazionale, che consentiva la pratica popolare di una vela sportiva prima riservata solo alle big boats.
Dal 27 al 30 aprile, per il sesto anno consecutivo, cinquanta di queste «bellissime» saranno protagoniste della Swiss & Global Cup, coppa Maurizio e Giancarlo Alisio organizzata dal circolo Savoia. Sette le prove in programma per tre giorni di regate con partenze sabato e domenica alle ore 12 e lunedì alle 10 nel campo di regata esterno a Castel dell’Ovo, oltre a un format di eventi a terra. E per tre giorni il circolo Savoia alzerà il suo gran pavese in piazza dei Martiri con un villaggio nel quale si offriranno degustazioni dei prodotti offerti dagli sponsor della manifestazione.
In particolare alle 18 di venerdì si terrà il cocktail di benvenuto assieme a uno spettacolo di musica live. Ogni giorno così, dalle 18 alle 20, per tutta la durata dell’evento, il circolo si «trasferirà» nella piazza della città. Nel villaggio allestito sarà esposto anche «Piccolo Lord», il primo dinghy 12’ classico a energia solare. Nata nel 2012, l’imbarcazione uscita dai cantieri Riva si veste di verde grazie a un pannello solare che consentirà di alimentare la pompa di sentina sulla barca.
«Torniamo a parlare della nostra vela – sottolinea il presidente del Savoia, Pippo Dalla Vecchia – la Coppa America sarà pur sempre uno splendido spettacolo capace di portare l’immagine di Napoli nel mondo, ma incide poco sul quotidiano dei cittadini e dei velisti».
Non a caso il dinghy, con i suoi tre metri e mezzo di lunghezza per 1,5 di larghezza e 10,6 mq di superficie velica, è un po’ l’antesignano degli optimist dove tutti hanno imparato ad andar per mare. Oggi sono veri è propri gioiellini il cui costo va dai settemila ai ventimila euro a seconda che si parli di un buon usato o di una barca uscita dai migliori cantieri europei. Dopo Varazze, Napoli è la seconda tappa del circuito italiano e precede quelle di Castiglione della Pescaia, Portoroz in Slovenia, Lucerna e Torre del Lago. In attesa della grande festa del 2013 quando a Napoli si festeggeranno i cento anni con il campionato del mondo.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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