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Bucchi dice addio al calcio giocato

Cristian Bucchi lascia il calcio giocato. L’attaccante, uno dei pochi giocatori in attività ad aver raggiunto il tetto dei 100 goal tra serie A e serie B, comunica di aver preso la decisione di appendere le scarpette al chiodo dopo sedici stupende stagioni di attività, un titolo di capocannoniere in serie B (29 reti più una nei playoff nel 2005/2006 con la maglia del Modena), ben cinque promozioni dalla serie B alla serie A (Vicenza 1999/2000 con 10 reti, Ascoli 2004/2005 con 17 reti, Napoli 2006/2007 con 8 reti, Bologna 2008 con 5 reti, Cesena 2009/2010 con 4 reti).
Vittorie di campionato che diventano sei se considera anche quella ad inizio carriera, da assoluto protagonista, con la maglia della Settempeda San Severino Marche dalla Promozione all’Eccellenza Marche (1997/1998). Inoltre, forse non tutti lo sanno, Bucchi con i 29 centri in 41 partite di Modena è il recordman di goal in una sola stagione in serie B, se si eccettuano i 30 di Luca Toni (Palermo 2003/2004), realizzati comunque in un torneo a 24 squadre (45 partite giocate). La carriera di Cristian Bucchi (34 anni compiuti il 30 maggio scorso) era partita proprio dalle Marche, dove aveva esordito nel 1995 con la maglia della nobile decaduta Sambenedettese nel Campionato Nazionale Dilettanti.
L’annata successiva il passaggio proprio alla Settempeda, in Promozione Marche, dove si impone all’attenzione degli osservatori realizzando qualcosa come 52 goal in 58 partite nell’arco di due stagioni. A quel punto lo nota il Perugia, neo promosso in serie A, che gli propone un salto di ben sei categorie. Mister Ilario Castagner lo fa esordire nella massima serie (27 settembre 1998, Perugia-Lazio 2-2) e lui ripaga realizzando subito un incredibile goal, che alla fine saranno 5 in quel magico campionato 1998/1999, vinto dal Milan, nel quale gli umbri si salvarono giungendo al 14° posto e Cristian divenne una delle sorprese più belle dell’anno.
Da allora di reti tra campionati di serie A e di serie B ne ha messe a segno altri 95, tagliando il traguardo dei 100 il 2 aprile scorso durante Pescara-Crotone, quando con una inzuccata delle sue, sbucando dal nulla, ha siglato il gol vittoria degli adriatici. Una rete che ha fugato anche gli ultimi dubbi sulla sua cittadinanza nel “Club dei 100”, visto che in realtà Bucchi la centesima marcatura l’aveva già raggiunta nel campionato scorso con la maglia del Cesena, ma dagli almanacchi manca un goal non assegnatogli per errore nel 1999/2000 con la maglia del Vicenza, quando a dire il vero scosse 11 volte la rete e non 10 come risultante negli archivi ufficiali. Ma Bum Bum Bucchi la sua carriera l’ha costruita e splendidamente portata a termine lo stesso.
Quali sono le tue sensazioni “a caldo” dopo questa decisione?
“Mi sento molto tranquillo. La decisione è stata presa in maniera ponderata – riferisce sereno Bucchi dando la notizia del suo ritiro dal calcio -, dopo averci riflettuto bene. Da una parte ci sarà la nostalgia per tanti bei momenti, ma dentro di me sentivo che il mio percorso di calciatore era finito. Spero si aprano altre strade ed altri discorsi, che mi
entusiasmeranno ugualmente”.
Il ricordo più bello della tua carriera, quello veramente indimenticabile?
“L’esordio in Serie A, una giornata magica. Ero un ragazzino che venivo dall’Eccellenza e guardavo i campioni più affermati in tv. Mi sono ritrovato titolare contro la Lazio al cospetto di giocatori del calibro di Nesta, Mancini, Salas, Nedved, Mihajlovic, Couto, Marchegiani. Tra l’altro dopo soli tre minuti ho fatto anche gol. Un momento indimenticabile,
sicuramente il più bello in assoluto, troppo emozionante”.
Come è maturata questa decisione?
“Mi sono sempre promesso – confida Cristian – di smettere quando sarei stato bene. Non mi è mai piaciuta l’idea di un giocatore che non accetta il fatto che gli anni passano e si trascina nel corso del tempo. Io sono arrivato a 34 primavere, sto benissimo fisicamente ma non ho più gli stimoli e l’entusiasmo che mi hanno sempre contraddistinto. Per me lo sport non è stato un lavoro, è stata una passione, ora è giunto il momento di dire basta, almeno come giocatore. Mi auguro, se ci sarà la possibilità, di poter rimanere in questo mondo, il mio mondo, che è quello del calcio”.
Chi vuoi ringraziare in maniera particolare?
“Tutte le persone che ho avuto il piacere di incontrare in questi anni e quelle con cui ho avuto la fortuna di lavorare: società, dirigenti, allenatori, giocatori, compagni di squadra, tifosi. Tutti quelli che hanno contribuito a formarmi ed a rendere la mia carriera più ricca. In particolare mia moglie Roberta, i miei figli e tutta la mia famiglia che
mi ha accompagnato in questo lungo cammino. Un grazie a tutti”.
Grazie a te Cristian! C’è da giurare che la tua assenza nelle aree di rigore del calcio italiano non passerà inosservata.

La redazione

F.G.

Fonte: Tmw

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