Sedici stagioni di Napoli, un’eternità vissuta con leggerezza e amore, con quelle 511 volte che ne hanno fatto il più presente in assoluto nella storia azzurra. Peppe Bruscolotti ha messo in bacheca il primo scudetto del Napoli e due coppe Italia (1975/76, 1986/87), ha giocato con Maradona, ha blindato tante difese ed annullato eserciti di bomber. E dunque, visto il ruolo, lecito chiedergli: ma è davvero la difesa il punto dolente di questo Napoli? «Se ci riferiamo all’attualità, io direi che è tutto l’assieme. Ma poi a Bergamo sono arrivati anche grossolani errori individuali. Sarei perciò dell’idea di non colpevolizzare un solo reparto, giacché s’è sbagliato tanto anche a centrocampo e in attacco. Aria di crisi? Non direi, non è scoppiata, ma ci sono segnali. Questo inizio 2014 fa pensare. Ma soprattutto la formazione messa in campo contro l’Atalanta. Le scelte vanno rispettate ma per quanto mi riguarda, si doveva partire con il miglior schieramento possibile».
Perché, dice Bruscolotti, in A nessuno regala niente. «L’Atalanta non s’è fatta pregare per capitalizzare al massimo le occasioni, anche quelle scaturite dalle sbavature degli azzurri. Bisogna cambiare registro se si vogliono inseguire tutti i traguardi possibili. In caso contrario, meglio fare chiarezza. In questioni squisitamente tecniche non entro, ma a Roma mi aspetto una squadra diversa, e soprattutto un approccio molto più adeguato»
Fonte: “Corriere dello Sport
