Il Napoli ai napoletani? No, tutt’altro. A sentire De Laurentiis, l’ingaggio di Domenico Criscito è solo un caso e non un ritorno verso quel progetto di “identità partenopea” caldeggiata nel lontano marzo del 2006 e poi abbandonato strada facendo. A tal proposito Il Mattino ha intervistato la bandiera storica azzurra Giuseppe Bruscolotti e l’attore Maurizio Casagrande, partenopeo doc.
Giuseppe Bruscolotti storico capitano del Napoli del primo scudetto, ha sentito il presidente?
“E’ tutto da ridere. La pressione questa città la esercita anche nei confronti di un giocatore che non è napoletano”.
Però tanta passione può far male?
“Il calore della gente è il fascino di questa città, la magia che fa innamorare ogni atleta del Napoli e che fa sognare fin da piccolo di giocare al San Paolo. Poi è, ovvio, c’è il rovescio della medaglia: se le cose vanno bene ti santificano ma poi tutto quell’amore può anche diventare odio se le cose vanno male”
L’attore
Maurizio Casagrande, attore e regista, nemo profeta in patria?
“Nel calcio la gente ama talmente i propri beniamini che spesso rischia di travolgerli per il troppo affetto, trasformandoli in divinità terrene. Ed è un rischio che aumenta se sei cresciuto in questa città e l’hai vissuta da dentro”.
Insomma comprenisibili i timori di De Laurentiis?
“In parte. Perchè poi non è neppure giusto che Napoli non dia nessuna occasione ai propri figli per emergere qui. Il successo poi dipende dalle persone dalla propria stabilità emotiva e dalla propria educazione”
Fonte: Il Mattino
La Redazione
S.D.
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