Il Napoli ha battuto in trasferta per l’ultima volta il Milan nel 1986 (13 aprile, 2-1) e l’Inter nel 1994 (11 dicembre, 2-0). Ecco quanto ci riferisce Bruscolotti:
“Dicono questo, però non sempre i risultati rispecchiano le prestazioni”,
sospira un grande uomo di calcio: Giuseppe Bruscolotti, azzurro in 511 partite, il capitano che lasciò la fascia a Maradona nell’85.
Neanche negli anni d’oro di Diego il Napoli non ha vinto sul campo dell’Inter, vi sono riusciti soltanto i “fratellini” di Boskov diciassette anni fa.
«Vero. Ci sono stati episodi arbitrali negativi, diciamo così, ma non solo quelli. Anche colpi di sfortuna».
E timore reverenziale?
«Da parte nostra, mai. Il Napoli ha avuto tanti giocatori di personalità, compreso il sottoscritto. Soltanto che a San Siro accadevano situazioni strane».
Ferlaino, ai suoi tempi, accusò spesso gli arbitri: la sudditanza psicologica, si diceva.
«L’episodio del ’71, anzitutto: Gonella concesse un discusso rigore all’Inter sull’1-0 per il Napoli. Io non c’ero ancora».
Episodi vissuti direttamente?
«Un gol nella nebbia, era il ’72. Non riuscivamo a vedere a distanza di centimetri, all’improvviso vedemmo il pallone nella nostra porta. Gol di Facchetti a nove minuti dalla fine».
A proposito di porte, una volta lei lanciò Altobelli, il campione del mondo, nella rete.
«Era l’85, c’era nervosismo in campo e fuori. Buriani era stato messo ko da un intervento di Mandorlini, dagli spalti i tifosi dell’Inter lanciavano di tutto nell’area del Napoli. Garella venne colpito da un oggetto e rimase a terra. Altobelli s’infuriò, mi disse: “fallo rialzare, non faccia la scena…”. Scaraventai Altobelli nella rete: Garella era stato colpito, non faceva sceneggiate».
I rapporti erano così tesi tra gli azzurri e i giocatori dell’Inter o del Milan.
«Affatto, esisteva un profondo rispetto. Però l’agonismo in campo era tanto. Ieri come oggi, da parte del Napoli c’era la voglia di offrire buone prestazioni e di vincere a Milano. Le prestazioni erano spesso buone, ma i risultati…».
Niente vittorie. Una maledizione.
«Arrivava, puntuale, l’incidente di percorso: un errore nostro o dell’arbitro, una prodezza degli avversari, la nebbia. Eppure a San Siro ci siamo presentati con grandi squadre e con Maradona, il campione dei campioni».
Stasera non c’è Cavani, il superbomber.
«Brutta notizia perché è un calciatore fondamentale. Però Mazzari potrà farlo riposare senza rischiare di perderlo magari per cinque partite. Mettiamola così: per una squadra giovane come il Napoli sarà un’ulteriore occasione di crescita affrontare fuori casa l’Inter senza il suo uomo di maggiore valore».
Senza Cavani sul campo maledetto.
«Chissà, magari si spezza il sortilegio milanese».
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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